RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

Due solisti dei Berliner Philharmoniker

si esibiscono al Bellini di Catania

Domenica 3 giugno ha avuto luogo al Teatro Massimo Bellini di Catania uno splendido concerto da camera avente come protagonisti due elementi di vaglia dei Berliner Philarmoniker: il violoncellista Martin Löhr e l'arpista Marie-Pierre Langlamet. Come scriveva in modo congruente Theodor Wiesengrund Adorno: «Il primo passo per eseguire correttamente la musica da camera è di imparare a non mettersi in luce, a tirarsi indietro. L'insieme non si realizza con l'autoaffermazione imperiosa delle singole parti, che produrrebbe un barbarico caos, ma riflettendo su se stessi e ponendosi dei limiti... La limitazione del volume timbrico come pure la rinuncia a un effetto di massa insita nel gesto della musica da camera permette di plasmare la struttura di un pezzo fino alle sue cellule più intime, fino ai valori infinitesimali».

Tutti i pregi di un'esecuzione composta, elegante, misurata e cesellata fin nei minimi particolari sono stati raggiunti dal validissimo duo di artisti che ha offerto al pubblico etneo un programma per palati raffinati ed esigenti: Sonata in la minore, “Arpeggione” D. 821 di Franz Schubert, Romanze op. 94 di Robert Schumann, Élégie in do minore op. 24, Romance in la maggiore op. 69, Sicilienne in sol minore op. 78 di Gabriel Fauré. A seguire l'Improvviso op. 10 per sola arpa dello stesso Fauré e a suggello della performance la Sonata n. 1 in re minore L 144 di Claude Debussy.

Non una sola nota del concerto è andata perduta, non un solo passaggio veniva negletto, trascurato o passato svogliatamente, non una pausa veniva abbandonata al caso o all'approssimazione. La perfetta simbiosi e il completo affiatamento del duo si sono manifestati in ogni nota, in ogni tema, in ogni frase delle splendide composizioni offerte all'uditorio, che ha seguito estasiato un concerto che dal tumultuoso e passionale Romanticismo mitteleuropeo trapassava dolcemente e mollemente verso un più estatico e contemplativo Impressionismo francese, dove le nuances dominano incontrastate.

Ai calorosi ed entusiasti applausi del pubblico il duo Martin Löhr e Martin-Pierre Langlamet ha risposto con una delicata pagina di Gabriel Fauré: Papillon in la maggiore op. 77.

Giovanni Pasqualino

5/6/2018

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.