RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

CO2

alla Scala una novità assoluta di Giorgio Battistelli

Ha debuttato alla Scala la novità assoluta del compositore Giorgio Battistelli, l'opera in prologo, nove scene e un epilogo, CO2 su libretto (in inglese) di Ian Burton. Questa nuova commissione del teatro milanese doveva essere realizzata qualche anno addietro, poi per problemi vari è slittata a oggi; trattando la prospettiva del cambiamento climatico non poteva essere bandiera più appropriata per l'Expo 2015 il cui tema è Feeding the Planet – Energy of Life (Nutrire il pianeta – Energia della vita).

Il titolo è la formula chimica dell'anidride carbonica, la quale è indispensabile per il processo della vita sul pianeta, ma parallelamente è corresponsabile del surriscaldamento globale del pianeta e dell'effetto serra che lo minaccia. Tema attualissimo dunque, cui media, giornali ed esperti nel settore hanno dato ampio spazio negli ulti tempi, anche se non a tutti, come chi scrive, il problema è chiarissimo dal punto di vista scientifico.

I nove quadri che compongono l'opera sono ispirati da diversi elementi. Tra questi, l'Ipotesi “Gaia” è parte centrale della drammaturgia, tale concetto fu formulato da James Lovelock nel 1979 e sostiene che la terra è un organismo vivente autoregolato, sintetizzando possiamo affermare che nel momento in cui la terra si renderà conto che l'uomo l'avrà deteriorata, essa si libererà di noi. Si parla del mito induista in cui il dio Shiva bruciando il mondo lo ricrea sulle stesse ceneri in un cerchio d'infinita rigenerazione, e della tradizione cristiana del Paradiso terreste, nel quale vivono pacificamente fino al fatto della mela. In alcuni quadri sono narrati avvenimenti reali come la convention della sottoscrizione del Protocollo di Kyoto, il dirompente tsunami nell'oceano Indiano del dicembre 2004, uragani che distruggono parti del mondo, e infine la globalizzazione del mercato. La sequenza pare complessa e di difficile comprensione ma nel libretto sintetico, anche se in inglese, ma tale lingua è universale oggi, i fatti si susseguono in maniera incalzante ed in splendida sintesi ad affresco musicale. Emblematico il fatto che si ascoltino anche lingue nella concezione di universalità, oltre all'inglese, sono utilizzati latino, sancrito e greco antico.

Giorgio Battistelli, che non è compositore d'avanguardia, ma complesso, utilizza un canto classico e dipinge la breve partitura, novanta minuti circa, con soluzioni originali ed innovative intrise di modernità che trovano qualche ispirazione anche nel jazz, nelle musiche antiche e dell'oriente. Spiccate sensazioni soprattutto timbriche, sono realizzate con raffinata simmetricità ed espressiva violenza nei quadri catastrofici. Emerge lo spiccato senso narrativo e teatrale, fortunatamente non rifacendosi all'atonale.

Fiammeggiante senso teatrale, di stampo ovviamente ambientalista, è quello che ha realizzato il regista Robert Carsen, il quale racconta con realistica visione e raffinata precisione gli eventi, anche con l'ausilio di bellissime proiezioni. Spettacolare la scena dell'aeroporto con lo sciopero, realistica quanto claustrofobica, commovente quella sull'oceano dopo lo tsunami, quando la signora Mason rievoca la morte del cognato e del giovane che tenta di salvarlo. Spettacolare la scena di Paul Steinberg, efficaci i costumi di Petra Reinhardt.

Protagonista è il personaggio del professor David Adamson che inizia l'opera con una conferenza parlata sugli effetti del cambiamento climatico. Comincia poi il racconto a quadri cui interviene un adeguato e numeroso cast di validissima interpretazione. Rilevante l'utilizzo del coro, che risponde alla perfezione al nome del Teatro alla Scala. Tra gli interpreti si segnalano: un superlativo Anthony Michaels-Moore (Adamson), Orla Boylan (Arcangelo e Mrs. Mason), Alessandro Spina (Arcangelo Michele), Pumeza Matshikiza (Eva) e Jennifer Johnston (Gaia).

Un plauso particolare al giovane direttore Cornelius Meister che concertato con estrema precisione, calibrando le varie sezioni orchestrali, soprattutto timbriche, e reggendo un validissimo rapporto con il palcoscenico, seguito a puntino dalla puntuale precisa orchestra. Abbiamo assistito alla seconda rappresentazione (la prima assoluta il giorno 15) ed il folto pubblico ha decretato al termine un autentico trionfo a tutta la compagnia. Meritatissimo!

Lukas Franceschini

3/6/2015

La foto del servizio è di Brescia e Amisano - Teatro alla Scala.