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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Itinerario sinfonico tutto siciliano

al Teatro Bellini di Catania

Venerdì 17 giugno (con replica il 18 giugno) al Teatro Massimo Bellini di Catania ha avuto luogo un concerto sinfonico diretto dal maestro Giuseppe Grazioli il cui ductus era rappresentato da fatti e paesaggi della Sicilia. Infatti il programma si dipanava dalla Sinfonia tratta da Les vêpres siciliennes di Giuseppe Verdi per passare ai ballabili composti da Nino Rota per il film Il Gattopardo di Luchino Visconti e concludere con la Sinfonia in La del compositore palermitano Gino Marinuzzi.

La ribellione esplosa a Palermo il lunedì dell'Angelo del 1282 contro i dominatori francesi dell'isola, gli Angioini, è oramai certificato storicamente, fu più una cospirazione ordita dai baroni siciliani che una vera e propria spontanea rivolta popolare. Tuttavia la fantasia secolare di molti isolani, unita ad un ardente campanilismo, ha da sempre voluto leggere in tale evento l'istintiva e autonoma rivolta di un popolo oppresso contro lo straniero invasore. In tale ottica meramente sciovinistica e patriottica si muove per l'appunto la partitura dell'opera verdiana, composta in un clima pre-unitario e rappresentata per la prima volta all'Opéra di Parigi il 13 giugno del 1855, appena cinque anni prima delle dichiarazione dell'Unità d'Italia (17 marzo 1861). La smagliante e scattante sinfonia, che assieme al quarto atto rappresenta la parte più brillante e fulgida dell'intera opera, è stata eseguita con correttezza e sicurezza dalla compagine orchestrale del nostro teatro, ma probabilmente non ha trovato nella direzione del maestro Grazioli quella marcia in più, quella sintonia empatica, che ne avrebbe fatto brillare ogni motivo e ogni arcata melodica.

Lo stesso può dirsi dell'esecuzione dei Ballabili tratti dal film Il Gattopardo, ai quali è mancata una certa lieve nonchalance unita ad una sfarzosa sprezzatura, tratti precipui che ne avrebbero dovuto contraddistinguere l'andamento civettuolo, sbarazzino, elegante ed al contempo aristocratico.

Alquanto più incisiva e convincente invece risultava l'interpretazione della Sinfonia in La di Gino Marinuzzi, ove la perizia contrappuntistica, armonica e coloristica del compositore palermitano veniva fatta affiorare in tutta la sua profonda e meditata complessità. Specialmente il secondo tempo (Georgica) ed il terzo tempo (Ditirambo) esplicitavano lo stupore panico esperito dal musicista di fronte al mistero arcano dell'esistenza e della natura. Certamente pagine di alta creatività, felici ma poco eseguite manifestazioni artistiche del Novecento musicale italiano.

Giovanni Pasqualino

18/6/2016

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.