RECENSIONI
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Happy 2020

al Bellini di Catania

Serata in grande spolvero quella del 1° gennaio 2020 al Bellini di Catania: teatro parato a festa, in un tripudio di luci e alberi di Natale scintillanti, quasi a voler esorcizzare una volta per tutte l'autunno horribilis che ha visto il nostro teatro a rischio chiusura, in una lotta strenua per salvare non solo un'istituzione musicale, ma un patrimonio artistico di tutto rispetto che merita di essere, se non valorizzato, e forse sarebbe chiedere troppo alla politica, almeno rispettato e conservato.

Lasciate da parte le angustie, il tradizionale Concerto di Capodanno si è aperto con un intervento del Direttore di Sala Andrea Sciavarrello, che ha presentato il programma della stagione sinfonica e di quella lirica, ricordando la prossima scadenza dei tempi di prelazione; a seguire l'intervento del neo Sovrintendente, professor Giovanni Cultrera, che ha porto i suoi auguri al foltissimo pubblico intervenuto, sottolineando come i tempi bui sembrino ormai trascorsi, e come il nostro Teatro si avvii verso una ripresa che si spera definitiva, o almeno duratura; è stata poi la volta del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che, nel ribadire le parole del Sovrintendente, ha auspicato che la situazione finanziaria del Bellini possa essere finalmente risolta, con le sole forze siciliane, in una ventata di orgoglio che è quantomeno lecito sperare possa produrre dei risultati concreti.

Infine, la parola è passata doverosamente alla musica: sul palcoscenico del Bellini il coro istruito da Luigi Petrozziello e l'orchestra guidata da Andrea Sanguineti, che ha mostrato un piglio sicuro pur nell'utilizzo di tempi un po' slargati in stile Wilhelm Furtwängler, hanno eseguito un nutrito programma, in linea con la migliore tradizione del Capodanno, che spaziava dalle classiche melodie dell'Austria felix incarnata da Johann Strauss figlio, ai nostri grandi operisti, senza tralasciare i compositori francesi. Nel corso della serata, che ha riscosso più volte applausi entusiasti a scena aperta, sono stati eseguiti di Johann Strauss figlio l'ouverture da Die Fliedermaus, An der schönen blauen Donau, Kaiser-Walzer, Eljen a Magyar e Wiener Blut: i nostri operisti erano presenti con Pietro Mascagni, di cui è stato proposto il coro “Gli aranci olezzano” da Cavalleria Rusticana, con Ruggero Leocanvallo, con “Din don, suona vespero” da Pagliacci, mentre di Giacomo Puccini è stato eseguito il “Coro a bocca chiusa” da Madama Butterfly e di Giuseppe Verdi il classico “Va' pensiero” da Nabucco. Infine, la Francia era presente con Charles Gounod e il suo valzer da Faust, e con George Bizet e il “Coro delle sigaraie” da Carmen.

Come da tradizione, agli applausi irrefrenabili del pubblico il maestro Andrea Sanguineti ha risposto con due bis: Tritsch-Tratsch Polka, di Johann Strauss figlio, e l'immancabile Radetzky-Marsch di Johann Strauss padre.

Giuliana Cutore

2/1/2020

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.