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Carmina Burana

per Bellini Notti d'Estate

Accolto dalla rassegna “Bellini Notti d'estate” in un'affollata piazza Università, ha avuto luogo un apprezzatissimo concerto che ha visto esibirsi l'orchestra e il coro del Teatro Massimo Bellini in una gradevole serata estiva, nell'ambito di un articolato cartellone che si protrarrà fino al 27 settembre 2016. La manifestazione, introdotta dal sovrintendente Roberto Grossi che ha ricordato le vittime del Bangladesh, puntualizzando il fine culturale e civile dell'ente, si è incentrata sui Carmina Burana di Carl Orff. Composta nel 1936-‘37 col sottotitolo Cantiones profanae. Cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis, l'opera del musicista tedesco verte su una silloge di canti goliardici medievali, che, composti tra la fine dell'XI e del XII secolo (in parte come poesia di intrattenimento dei clerici vagantes ) trae denominazione dal posto in cui il corpus era collocato, ovvero il Convento di Benediktbeuern, in Baviera, Bura Sancti Benedicti , istituito da S. Bonifacio nell'ottavo secolo. Suddivisa in un prologo e tre parti, l'opera comprende 24 carmina di varia provenienza, per la maggior parte in lingua latina ispirata in prevalenza a modelli classici, e qualche esempio in francese o in dialetto germanico. Il Codex latinus monacensis (Clm 4660) annovera testi poetici di varia natura, dai carmina moralia ai carmina divina o liturgici, accanto ai carmina amatoria e lusoria et potatoria, a carattere di intrattenimento appunto dei clerici vagantes .

L'ensemble orchestrale ha raggiunto esiti compatti e brillanti sotto la direzione di Gianna Fratta, dalla gestualità elegante e perentoria, che ha impresso vigore all'esecuzione dei canti, tra cure agogiche e dinamiche nelle scansioni testuali messe in rilievo dalla nitida e veemente vocalità del coro, affidato alle cure del maestro Ross Craigmile. Ad inframezzare la composita natura dei brani, tra espressioni di rigore ritmico e movenze liturgiche o colloquiali, dopo il prologo Fortuna Imperatrix Mundi e l'incisivo primo brano O fortuna, che si ripetono alla fine, gli interventi del coro di voci bianche Gaudeamus igitur concentus guidato da Elisa Poidomani, hanno arricchito con leggiadrìa e trasparente dizione i brani sulla stagione primaverile, nonché i Cours d'amours della terza parte. Sottolineati questi ultimi dalla dolce e raffinata dicitura espressiva del soprano Manuela Cucuccio e dal fluente registro del baritono Salvatore Todaro, che ha ben interpretato, accanto al controtenore Antonello Dorigo, i chiaroscuri delle intemperanze legate alle sregolatezze dei clerici, tra i piaceri della tavola e il buon bere, o i giochi d'azzardo della sezione In taberna. La puntualissima bacchetta di Gianna Fratta ha ottenuto una tangibile ricchezza orchestrale rafforzata dal sostegno pianistico di Paola Selvaggio e Gaetano Costa, sulle punteggiature solistiche del flauto di Giovanni Roselli. Il numeroso pubblico intervenuto, solidale nella dedica della serata alle vittime di Dacca, ha manifestato con ampio plauso il suo vivo compiacimento per l'impegno profuso da tutti gli artisti.

Anna Rita Fontana

13/7/2016

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.