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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Un concerto sinfonico-corale

dedicato a Beethoven e Mozart

Elda Laro e Alberto Ferro.

Programma alquanto impegnativo quello comunicato dalla locandina del Teatro Massimo Bellini per il concerto-sinfonico corale dell'8 novembre (con replica il 9) dedicato a due grandi protagonisti della storia della musica di tutti i tempi, Ludwig van Beethoven e Wolfgag Amadeus Mozart. Del primo veniva annunciata l'esecuzione del Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore op. 19, mentre del secondo la Krönung-Messe (Messa dell'incoronazione) in do maggiore per soli, coro e orchestra K. 317.

Il Concerto n. 2 in si bemolle maggiore per piano e orchestra venne composto dal grande di Bonn fra il 1795 e il 1798 e di esso si può certo affermare che si presenta come un lavoro garbato, rifinito e ben fatto, volto a mettere in evidenza il virtuosismo dell'esecutore anche si muove ancora, nel suo complesso, sotto l'evidente influenza del modello mozartiano non ancora del tutto superato.

Alberto Ferro ha affrontato la pagina con sicurezza e baldanza tecnica, riuscendo a dominarne gli impervi percorsi specie dell'Allegro con brio (1° tempo) e nel Rondò. Molto allegro (3° tempo). Con l'Adagio (2° tempo) il giovane esecutore ha potuto manifestare attraverso lo spartito anche la sua partecipata e calda musicalità. Prevediamo sicuramente per il promettente e agguerrito interprete ventiduenne una carriera brillante e fulgida, soprattutto se riuscirà ulteriormente ad allargare e sviluppare la gamma espressiva della sua tavolozza emotiva e spirituale. Ai calorosi consensi del pubblico presente il giovane concertista ha risposto eseguendo con perizia una Polka di Dmitrij Šostakovic tratta da The Golden Age. Non vorremmo svolgere il ruolo odioso dei meticolosi pedanti, ma una più accurata e precisa registrazione e accordatura del pianoforte prima di ogni concerto non sarebbe affatto male, anche per evitare qualche inopportuno e fastidioso riverbero acustico.

Da sinistra: Maria Russo, Gonca Dogan, Elda Laro, Andrea Bianchi e Francesco Verna.

La luminosa Krönung-Messe (Messa dell'incoronazione) venne realizzata da Mozart nel 1779 per celebrare l'incoronazione di una immagine miracolosa della Vergine Maria, avvenuta nel 1751, immagine che veniva commemorata e festeggiata ogni anno la quinta domenica dopo Pentecoste nel santuario di Maria Plain presso Salisburgo.

Le quattro voci soliste della messa, Gonca Dogan (soprano), Maria Russo (contralto), Andrea Bianchi (tenore) e Francesco Verna (basso) hanno interpretato le loro parti con effusione lirica, partecipato sentimento religioso e profonda ieraticità, riuscendo a far trasparire dalla partitura lo spirito altamente ecclesiale e devozionale. L'assolo di soprano dell'Agnus Dei venne rivestito dal compositore austriaco di una melodia davvero commovente e palpitante che sicuramente lui rimembrò quando scrisse l'aria Dove sono i bei momenti dall'opera Le nozze di Figaro. Vogliamo rilevare che il soprano Gonca Dogan ha saputo infondere alla sublime linea melodica del brano elevata commozione e autentico trasporto.

Il coro del nostro teatro, preparato adeguatamente dal maestro Luigi Petrozziello, ha messo in campo soffuse, delicate e ammalianti sonorità, tutte però sempre improntate a soffusa, calda e vibrante religiosità. L'orchestra del nostro teatro si è manifestata efficiente, funzionale, capace ed efficace sotto l'attenta e colorita bacchetta direttoriale di Elda Laro, che sapeva imprimere sia al Concerto che alla Messa le giuste proporzioni e misure discorsive temporali, atte a mettere in evidenza i tratti più emotivamente densi, pregnanti e coinvolgenti della composizione.

Giovanni Pasqualino

9/11/2019

Le foto del servizio sono di Giacomo Orlando.