RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Don Giovanni

all'Arena di Verona

Ritorna all'Arena l'opera Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart nell'allestimento curato da Franco Zeffirelli per l'inaugurazione del 2012. Affronto per primo un argomento che ha fatto molto discutere: la messa in scena di tale titolo in un luogo all'aperto, in aggiunta con recitativi accompagnati al clavicembalo. Per nessuna opera lirica l'ideale sarebbe uno spazio all'aperto, poiché sotto l'aspetto musicale molti particolari vanno perduti, tuttavia vi sono luoghi che possono essere definiti storici nei quali la tradizione è ultraconsolidata e pertanto non è il caso di porre limiti troppo restrittivi. Coloro i quali criticano la programmazione di un'opera come Don Giovanni magari sono gli stessi che egualmente rilevano il repertorio troppo restrittivo proposto dalla Fondazione Arena nell'anfiteatro, pertanto ben vengano proposte non convenzionali anche in considerazione che la produzione era stata utilizzata solo una stagione ed è doveroso riutilizzarla per ammortizzare i costi, i tempi lo impongono.

Lo spettacolo creato da Zeffirelli ricalca pressoché un suo precedente allestimento per il Teatro Metropolitan, nel quale colpisce a prima vista l'imponente scenografia barocca, che ricalca più uno squarcio napoletano piuttosto che una visione di Siviglia. Non è fondamentale che si abbiano riferimenti sulla città spagnola, sicuramente negativo è la totale assenza di una regia drammaturgica, un inserimento superfluo di comparse, un cambio scena complicato che rallenta la narrazione, inserimenti banali e troppo coreografici, una scena dove gli assiemi sono sovraffollati nel tipico stile zeffirelliano. Tuttavia al pubblico areniano tali peculiarità piacciono, tanto da riscuotere più volte un applauso a scena aperta. I costumi di Maurizio Millenotti sono anche apprezzabili, ricchi e sfarzosi per i protagonisti, altrettanto per le comparse con livree rosse e parrucche bianche, il tutto però molto ridondante. Desta perplessità lo stile degli abiti dei contadini più consono ad una macchietta del presepe napoletano.

Dal punto di vista musicale in questa produzione abbiamo quanto di meglio ascoltato in questa stagione areniana. Stefano Montanari, maestro concertatore ed accompagnatore al cembalo, coglie un vero successo al suo debutto nello spazio dell'Arena di Verona. Lettura analitica raffinata con tempi serrati, sempre attento e preciso rende al meglio, anche in considerazione dello spazio aperto, un vibrante e piacevole ascolto con sonorità controllate e ricche di sfumature. Oltre all'abilità nella direzione non meno è la perfezione nell'accompagnare i recitativi nei quali azzarda delle improvvisazioni molto calibrate e di bellissima fattura. Molto buona la prestazione dell'orchestra che ha avuto una duttile e plasmata sonorità contrassegnata dalla precisione, presumo perché trascinata dal carisma del direttore, cui va sommata l'ottima prova del coro, istruito da Salvo Sgrò, nei brevi interventi nei quali si è esibito.

Carlos Alvarez è un Don Giovanni di assoluto spessore, voce solida ben timbrata che gli permette un canto duttile, fantasioso e ricercato. Al pari dell'ottima prova musicale è anche la resa scenica, sempre controllata ma ricca di sfaccettature, sensualità, arroganza, utilizzata nei momenti opportuni. Al suo fianco il servo Leporello, interpretato da Alex Esposito, si colloca sullo stesso piedistallo di alto livello artistico. Voce scura e ben calibrata contenuta in una linea di canto di rara ricchezza di sfumature e colori, cui si somma un'interpretazione scenica rilevante che lo classifica oggigiorno probabilmente come la migliore scelta possibile del personaggio.

Irina Lungu, Donna Anna, debuttava il ruolo in questa serata con esiti molto positivi. La voce è luminosa e ben proiettata, cura con grandi risultati un recitativo raffinato e supera brillantemente l'ardua prova con colori vibranti, vocalizzazione precisa, realizzando un personaggio di grande fascino teatrale.

Il tallone d'Achille del cast era rappresentato dalla Donna Elvira di Maria José Siri, la quale ha poco da spartire con il canto mozartiano soprattutto in fatto di vocalità. Sovente si sono riscontrate scivolate nell'intonazione, e in alcuni passi il legato e le agilità erano raffazzonati, tuttavia il personaggio era credibile. Samir Pirgu ha offerto una bellissima prova per stile di canto, dunque molto meglio Mozart che Verdi. Supera brillantemente le sue due arie, in particolare la seconda eseguita con proprietà d'accento e tecnica encomiabili, un Don Ottavio in possesso di una bella voce piena, rotonda e pastosa.

Natalia Roman era una corretta Zerlina, precisa e abbastanza musicale, purtroppo leggermente povera di civetteria e fascino vocale, mentre Christina Senn è stato un Masetto vigoroso e ben cantato. Il Commendatore di Rafal Siwek completava la locandina senza grandi pretese, la voce è piuttosto gutturale, ma nel complesso non sfigurava.

Successo pieno al termine della rappresentazione e teatro quasi al completo, il che per un Don Giovanni è di per sé un successo a priori, e ripeto s'è ascoltato il miglior assieme musicale della stagione.

Lukas Franceschini

16/7/2015

Le foto del servizio sono di Ennevi.