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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Violetta Egorova

al Teatro Massimo Bellini di Catania

Scriveva il grande filosofo, musicologo e critico musicale Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno: «Ma la macchina della relatività, inerente a tutti i giudizi sull'arte, non basta ad oscurare la differenza di livello tra un brano di Beethoven e un pot-pourri, tra una sinfonia di Mahler e una di Sibelius, tra un concertista di valore e una schiappa».

Il recital pianistico di domenica 25 marzo della pianista russa Valentina Egorova al Teatro Massimo Bellini di Catania sin dalle prime battute ci ha fatto subito capire che ci trovavamo di fronte a una concertista di grande valore, di quelle che riescono a far passare attraverso le dita e la tastiera l'anima di un compositore, le sue tenerezze, le sue passioni, le sue debolezze, le sue tensioni, il suo mondo fantastico e quello onirico, con tutte le sfumature e le gradazioni che un cuore umano riesce ad avvertire, capire e recepire per rielaborarlo e rioffrirlo emotivamente trasmutato in temi, motivi e predisposte costruzioni sonore, come è nel caso dei grandi compositori.

Così Violetta Egorova, presentando al pubblico etneo intervenuto una monografia interamente dedicata a Franz Schubert, è riuscita a offrirne con grande sensibilità e delicatezza il variegato e complesso mondo interiore. Il programma ha preso le mosse dalla Sonata per pianoforte in si bemolle maggiore D. 960 nei quattro movimenti Molto moderato, Andantino sostenuto, Scherzo. Allegro vivace. Trio, Allegro ma non troppo, pagina di ampio respiro che rivela appieno tutto il pathos drammatico dell'appassionata visionarietà romantica del grande artista austriaco. A seguire l'Improvviso per pianoforte in si bemolle maggiore op. 142 n. 3 D. 935, praticamente un nobilissimo tema che sviluppa in modo altamente elaborato e creativo cinque variazioni di ampio e largo respiro. Il programma è stato concluso dalla Fantasia per pianoforte in do maggiore op. 15, D 760, Wanderer-Fantasie (Allegro con fuoco ma non troppo; Adagio; Presto; Allegro), pagina dove la discorsività e passionalità sentimentale si avvince e intreccia alla sbrigliata inventiva onirica e fantastica del giovane e dotato compositore prematuramente scomparso.

L'interpretazione vigorosa ed energica, ma nello stesso tempo tenera e morbida della bravissima concertista ha letteralmente estasiato il purtroppo non numerosissimo pubblico del parterre (tanto peggio per i molti Catanesi dai gusti più grezzi e nazional-popolari), confermando il fatto di trovarsi di fronte ad un'artista di altissima razza, in possesso di una splendida tecnica, rara sensibilità e sublime musicalità. Ai reiterati, calorosi ed infiammati applausi degli attentissimi ascoltatori, Violetta Egorova ha risposto con tre encore: due brani sempre di Franz Schubert e una splendida trascrizione pianistica di un valzer di Johann Strauss. Insomma una serata indimenticabile!

Giovanni Pasqualino

26/3/2018

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.