RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Una cascata di stelle illumina la notte di Siracusa

Dopo il successo di Aida, il Festival Euromediterraneo, promosso e diretto da Enrico Castiglione, ha proposto al pubblico siciliano un altro grande evento, che ha riportato al Teatro Greco di Siracusa la grande danza dopo anni e anni di silenzio. Venerdì 18 luglio le stelle più splendenti del firmamento coreutico internazionale hanno letteralmente estasiato il folto pubblico con uno spettacolo di altissimo livello, perfetto sia per la classe dei protagonisti, sia per la scelta delle musiche, che hanno spaziato dagli ormai classici Mozart, Saint-Saëns, Piazzolla e Caikovskij, fino ai meno coreuticamente esplorati Rachmaninov e Mahler.

Sul grande palcoscenico, dominato dal suggestivo scenario dell'Aida, si sono alternati Léonore Baulac e Alessio Carbone, Charline Giezendanner, e Pierre Arthur Caveau dall'Opéra di Parigi, Maria Yakovleva e Richard Szabò dalla Wiener Staatsoper, e Silvia Azzoni e Oleksandr Ryabko dall'Hamburg Ballett.

Danzatori di altissimo livello, perfetti nella tecnica e nel sincronismo, hanno mostrato di sapersi cimentare non solo nelle grandi figurazioni del balletto classico, come per esempio l'intensa e sofferta Morte del cigno di Saint- Saëns, interpretata con raro lirismo da Maria Yakovleva, ma anche in brani più strettamente sinfonici, come la Terza Sinfonia di Mahler, danzata con superba espressività dalla coppia Silvia Azzoni-Oleksandr Ryabko.

Particolarmente interessante l'assolo Arepo, danzato da Alessio Carbone, ballerino di origini siciliane, costruito con un particolare incastro tra movimenti lineari e momenti di grande difficoltà tecnica.

Stupendo Libertango di Astor Piazzola, interpretato da Maria Yakovleva e Richard Szabò, con una carica di forte sensualità, accentuata dal lungo e sinuoso abito nero della danzatrice, che ha affascinato con la sua classe e la sua prorompente femminilità, dando prova di grande versatilità e di notevole capacità di immedesimarsi anche nei ritmi carichi di pathos del tango.

Un galà di alta scuola, che ha incatenato e avvinto anche i meno esperti di danza, sia per la perfezione tecnica dei protagonisti, sia soprattutto per la loro leggerezza, che sul palcoscenico si traduceva in un vaporosità di movenze e in una naturalezza nell'esecuzione che rendeva la loro danza un qualcosa di etereo, impalpabile, quasi la legge di gravità si fosse magicamente sospesa per tutta la durata dello spettacolo.

Scroscianti applausi, anche a scena aperta, hanno accompagnato e seguito l'esibizione, dimostrando ancora una volta che una sagace direzione artistica e un'oculata scelta degli spettacoli può, anche in tempi di crisi come quelli che viviamo, riuscire a tenere alta la qualità, imbastendo un Festival che nulla o poco ha da invidiare ad altre rassegne, più titolate, più sponsorizzate, più antiche e più osannate, a ragione o più spesso a torto, dalla grande stampa specializzata.

Giuliana Cutore

19/7/2014