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Italian piano in duet

alla Sala della Arti a Gravina

Performance accattivante, quella svoltasi a Gravina di Catania sabato 18 maggio nella Sala delle Arti “Emilio Greco” del Parco comunale di via Roma, che accoglie la stagione concertistica “Fuorischema”2018-2019, con “Pomeriggi musicali a Gravina”, sotto la presidenza di Salvo Nicotra e la direzione artistica di Tania Cardillo. Ad intrattenere il folto pubblico intervenuto, presente anche l'assessore Patrizia Costa, il bel sodalizio del duo pianistico a quattro mani formato da Alberto Giambello e Tania Cardillo (entrambi docenti, l'uno – già compositore – al Conservatorio “Corelli” di Messina, l'altra all'Istituto comprensivo statale “XX settembre” di Catania), che si esibivano in Italian piano in duet: una scelta improntata a un repertorio interamente italiano, che gli artisti dipanavano con spiccata intesa interpretativa. Arditi passaggi tecnici, fra bassi ostinati, incalzante procedere accordale, trilli, ottave, doppie terze e rapide escursioni che si susseguivano fino agli acuti della tastiera, scaturivano da un tocco incisivo e di immediata comunicativa, lungo una cernita condotta con assoluta pertinenza stilistica, sin dall'incipit di Muzio Clementi, con la Sonata in mi bem. maggiore op.14 n. 3.

Più attraente il programma moderno, che si avviava a chiusura della prima parte suscitando la viva attenzione della platea, con i 6 Piccoli pezzi di Ottorino Respighi, rivisitati dal duo con vividi colori tra richiami e accenti popolari europei disseminati in una scrittura miniaturistica dai ritmi cadenzati e titoli caratteristici (Canto di caccia siciliano, Canzone armena, Cantilena scozzese, Piccoli highlanders); a seguire Pupazzetti di Alfredo Casella, nello stuzzicante politonalismo dei cinque quadretti quali Marcetta, Berceuse, Serenata, Notturnino e Polka (che richiamavano gli schizzi pungenti di una certa scrittura stravinskijana) tra giocosità ritmica a tratti militaresca e movenze cullanti. L'impegno contrappuntistico balzava evidente tra le dense pagine di Finnlandische Volksweisen, op.27 di Ferruccio Busoni, in una rilettura di accesa perentorietà contemperata ad andamenti più lirici che ponevano in rilievo la sensibilità melodica degli artisti, sempre accorti nei dosaggi dinamici. L'aforisma novecentesco trovava ancora, a conclusione della serata, un'adeguata espressione non esente da richiami a Bartok tra le righe di Tastiera a due di Giulio Viozzi (Preludio, Toccata, Tango, Capriccio, Acuto pianissimo, Telegrafo, Furia). Entusiastici gli applausi reiterati del pubblico, ai quali i due artisti concedevano due graditissimi bis: il 3° movimento dal Duettino in do maggiore W024 di Clementi e la Polka italiana di Rachmaninov.

Anna Rita Fontana

25/5/2019

La foto del servizio è di Michele Messina.