RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

The Virginia State Gospel Chorale

al Teatro Massimo Bellini di Catania

Le note di un sassofono si diffondono e si spandono calde e sinuose dal palcoscenico del nostro teatro fino ad avvolgere il parterre, i palchi, la galleria per giungere su su in alto fino alla splendida volta affrescata dal pittore Ernesto Bellandi che rappresenta l'apoteosi di Vincenzo Bellini, per poi ricadere come soffici stelle filanti su tutto il numeroso pubblico convenuto, avvolgendolo con una impalpabile e dolce eufonia, come fosse un'eterea trasparente nuvola. L'incipit di sassofono sarà subito dopo seguito da un trombone, al quale si aggiungerà un organo elettrico, poi un basso elettrico e per ultima una batteria. Solo allora, sulla compatta e coesa base strumentale, irromperanno in tutta la loro forza e struggente veemenza le voci dei circa venticinque elementi del Virginia State Gospel Chorale, uno dei più famosi e celebrati cori gospel del panorama artistico mondiale contemporaneo.

Così ha avuto il suo abbrivio il superbo concerto di Natale di martedì 29 dicembre 2015 al Teatro Bellini di Catania, dove si è esibito con grandissimo consenso del folto pubblico intervenuto (si è registrato quasi il sould out, soprattutto di giovani) il prestigioso gruppo fondato nel 1971 da Jakie Ruffin e diretto dal 1992 da James Holden, che ha già riscosso in poco meno di quarant'anni di attività vari importanti e significativi riconoscimenti, fra i quali vanno menzionati nel 2003 il primo premio al National Black Caucus e soprattutto la partecipazione ai concerti di Natale del 2005 e del 2007 su RAI Due trasmessi in mondovisione, e recentemente il primo premio allo Steve Harvey Neighborhood Awards 2015.

Il Virginia State Gospel Chorale, con la partecipazione di due grandi artisti come il soprano Brittany M. Walker e il cantante-compositore J. David Bratton, si è così prodotto in circa quindici brani (eseguiti non certo in modo tradizionale ma modernizzati, arrangiati e contaminati dal rhythm and blues e dalla musica leggera), fra i quali i famosi Amazing Grace, Happy Days e altri della tradizione afro-americana, manifestando coordinazione ritmica e melodica davvero rara, precisione assoluta negli attacchi, sinergia fonica fra i vari registri vocali, definizione accurata delle sonorità. Unica pecca dello splendido concerto è stata sicuramente l'eccessiva preponderanza della batteria, che talvolta copriva le garbate nuances espressive esibite con alta professionalità dal magnifico coro.

Alle calorose e reiterate richieste di bis del pubblico etneo, la compagine statunitense ha risposto con una brillante e coinvolgente esecuzione del celebre When The Saints Go Marching In.

Giovanni Pasqualino

30/12/2015

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.