RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


 

Il medico dei pazzi di Giorgio Battistelli

al Teatro Malibran di Venezia

L'ultimo titolo della stagione d'opera del Teatro La Fenice è stato Il medico dei pazzi di Giorgio Battistelli, allestito al Teatro Malibran in una nuova produzione e in prima nazionale dopo il felice debutto all'Opéra National de Lorraine di Nancy il 20 giugno 2014. Giorgio Battistelli è il più famoso e probabilmente importante compositore italiano contemporaneo che vanta un catalogo operistico di quasi quaranta titoli. Il suo ultimo successo è Co2, composto su commissione del Teatro alla Scala lo scorso anno in occasione dell'Expo di Milano, del quale abbiamo dato resoconto su queste pagine.

Il titolo dell'opera ci riporta inevitabilmente al celeberrimo film con il Principe De Curtis, Totò, il cui soggetto deriva dall'altrettanto famosa commedia di Eduardo Scarpetta. Classica commedia “napoletana” con tutti i luoghi comuni espressi dai personaggi, ma l'elemento principale è una sottile e bieca dimostrazione di quanto sia effimero il confine tra normalità e follia. Non credo serva raccontare la trama, conosciuta da tutti, prevale nella commedia un marchingegno perfetto per dimostrare che volendo si può far credere quello che non è. Infatti, il nipote Ciccillo fa credere allo zio Felice che una pensione-albergo è invece un manicomio. Arguta e fluente la riduzione in libretto curata dallo stesso autore musicale, il quale ha una frequenza prolifica con titoli cinematografici, uno degli ultimi visti “Divorzio all'italiana” a Bologna qualche anno fa. La scrittura musicale è vorticosa e incalzante facendo leva spesso sulle percussioni e imponendo ai cantanti uno stile molto diversificato che spazia dal declamato al puro lirismo vocale. È una musica brillante, piacevole, e con un gusto moderno senza abusare di linguaggi troppo “attuali” preferendo una scrittura di raffinata inventiva, il quale mi fa apprezzare Battistelli in molte sue opere. Il compositore con gusto istrionico fa il verso d'omaggio a capolavori del passato (Traviata, Otello, Falstaff). L'unico aspetto che ha destato perplessità è stato il timbro talvolta molto acceso a discapito delle voci, ma è forse opinione scaturita da un primo ascolto.

Francesco Saponaro, regista e scenografo, firma una felicissima produzione. Una semplice ma funzionale scena fissa, che si sposa perfettamente con il ridotto palcoscenico, tiene il gioco della commedia incalzante e mai statica. La mano del regista è superlativa nel tracciare una recitazione brillante sulla vorticosa commedia, mai un momento fermo e tutto calibrato alla perfezione in una drammaturgia cronometrica. Un grande lavoro teatrale di sapiente genialità. Ambientazione stile commedia all'italiana anni '50 spassosa, cui si aggiungono i meravigliosi costumi di Carlos Tieppo, al quale se messo a disposizione un giusto apporto e budget sa essere bravo artista. Altro artefice della riuscita di questo godibile spettacolo è stato Cesare Accetta, un disegnatore luci di grande professionalità.

La parte musicale era condotta con mano sicura da Francesco Lanzillotta, coadiuvato dalla brava orchestra del Teatro La Fenice, in una lettura che teneva il passo al ritmo della partitura, sfoggiando ottimi tempi e una serrata conduzione drammaturgica. Ben preparato da Claudio Marino Moretti il Coro che offre una prova al di sopra di molte altre produzioni di repertorio.

Efficace la compagnia scritturata per l'occasione, attenta ai dettami musicali con sicura e precisa professionalità ma ancor più straordinaria era la resa teatrale. Si sono distinti in particolare Marco Filippo Romano, Felice Scosciammocca, Filippo Fontana, Raffaele, e Milena Storti, Amalia, ma tutti meritano un plauso per un lavoro di alta qualità: Damiana Mizzi (Rosina), Adriana Donadelli (Bettina/Carmela), Lorina Castellano (Concetta), Sergio Vitale (Ciccillo), Giuseppe Talamo (Michelino), Maurizio Pace (Errico), Matteo Ferrara (Luigi) e Clemente Antonio Daliotti (Carlo).

Teatro con grande presenza di pubblico, cosa sovente rara per un'opera contemporanea, che al termine ha decretato un sincero trionfo, meritato, a tutta la compagnia.

Lukas Franceschini

28/10/2016

Le foto del servizio sono di Michele Crosera – Teatro La Fenice.