RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


La Sonnambula

al Teatro Filarmonico di Verona

La Sonnambula di Vincenzo Bellini è stato l'ultimo titolo della Stagione Lirica al Tetro Filarmonico prima del Festival estivo e la successiva conclusione della stagione in autunno. Una premessa. Le recenti vicende della Fondazione Arena sono note a tutti e non è il caso di ripeterle, tuttavia è giusto rilevare che tutte le maestranze hanno partecipato alla produzione dell'opera in un clima di altissima incertezza per il proprio futuro poiché proprio in quei giorni il Sindaco di Verona Flavio Tosi, presidente del CdA, prese la decisione di liquidare la Fondazione in forma coatta, cioè chiusura e licenziamento di tutti i dipendenti. Il ministro Dario Franceschini ha deciso invece di commissariare la Fondazione e ha incaricato Carlo Fuortes, attuale sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, di verificare la reale situazione, egli dovrà consegnare al Ministero una relazione entro il 30 giugno. Pertanto, tutto congelato per il momento, e sono decadute tutte le cariche di consulenza come quella del Sovrintendente e del Direttore Artistico. Tutto questo per porre l'accento su quale clima si siano svolte sia le prove sia le recite dell'opera; la professionalità dei lavoratori della Fondazione è stata pari ad altre volte, a loro va tutta la solidarietà di chi scrive.

L'allestimento de La Sonnambula, che porta la firma di Hugo de Ana, il quale come di consueto firma regia, scene e costumi, fu creato a Verona nel 2007, e oggi ripreso dal suo assistente Filippo Tonon. La scelta del regista è una drammaturgia onirica e fantastica. Nulla ci riporta alla Svizzera alpestre, piuttosto in una brughiera inglese, ove la linea descrittiva potrebbe essere quella del romanzo d'appendice ottocentesco. Spettacolo bellissimo tutto da vedere e ammirare nel quale la vicenda di Amina si sviluppa tra eterei prati verdi e proiezioni immaginarie di eleganti palazzi, il castello del conte sul cui cornicione lei vaga sonnambula nell'ultima scena. Ogni movenza è studiata nel minimo particolare, come una ricercata “danza”, tutto è perfettamente calibrato con superbo gusto. La scena, quasi fissa, d'impatto magnifico, ben si concreta nella vicenda con azzeccate luci. I costumi sono bellissimi, colorati e di alta sartoria, che rievocano nobili in pic-nic primaverile in sostituzione dei villici di montagna elvetici. Un affresco d'altri tempi che commuove e la visione appaga.

Il principale artefice della riuscita musicale è Francesco Ommassini, giovane direttore d'orchestra sempre in ascesa. Ommasini sceglie una lettura narrativa in stile con lo spettacolo, calibrata, leggera, descrittiva. Tali caratteristiche sono affrontate con un suono molto rifinito, orchestra molto puntuale, mai un suono forte, ritmo articolato in scelte belcantistiche e un'omogeneità complessiva davvero ammirevole. Grande prova canora quella del Coro dell'Arena di Verona preparato da Vito Lombardi.

La protagonista Gilda Fiume è una cantante con buoni mezzi, voce molto bella, sicura e dalla precisa linea di canto, peccato che le agilità nelle cabalette non siano così brillanti come ci saremmo aspettati. Giulio Pelligra è un Elvino credibile, molto intenso nel fraseggio, anche se la parte nel registro acuto talvolta lo mette a disagio, ma nel complesso realizza tutto con precisione.

Meno incisivo il Conte di Sergey Artamonov, cantante dotato di buoni mezzi ma troppo monotono nel canto, poco fraseggio, colore assente, cui va sommata una dizione artefatta, per tali caratteristiche forse non ha eseguito il da capo della cabaletta.

Bene le parti di fianco, Madina Karbeli disegna una Lisa molto vispa e vocalmente abbastanza rifinita. Elena Serra ha tracciato una Teresa più che professionale, sotto la mediocrità l'Alessio di Seung Pil Choi che con canto e personaggio belliniano aveva poco da condividere. Bene il notaro di Alex Magri.

Teatro quasi esaurito, il pubblico al termine ha espresso un autentico successo a tutti gli artefici dello spettacolo.

Lukas Franceschini

29/4/2016

Le foto del servizio sono di Ennevi-Arena di Verona.