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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Barcellona

Life Victoria Festival

Samuel Hasselhorn

Da anni la Fondazione Victoria de los Ángeles sviluppa diverse attività concertistiche e pedagogiche, non solo di canto ma anche di pianisti accompagnatori e perfino ha creato un'orchestra che porta il nome del celebre soprano, che culminano in una serie di recital tra i mesi di settembre-ottobre con alcuni anche nei mesi posteriori (compresa l'estate).Quest'anno il programma era un po' più breve del solito (causa coronavirus) ma comunque ben riuscito complessivamente e con varie attività. Le inevitabili cancellazioni e sostituzioni sono state risolte felicemente da tutti i punti di vista.

Purtroppo la sfida maggiore (quattro versioni della Winterreise di Schubert per diverse voci e una anche in forma ‘teatrale') riusciva solo parzialmente visto che la prima – la versione ‘canonica' per baritono – è stata anche l'ultima perchè due giorni dopo scattava il divieto nonostante gli organizzatori si fossero adeguati ai nuovi orari.

Ho potuto assistere solo a tre dei concerti, due a parte quest'ultimo, che sono stati dei veri eventi, per l'originalità e/o per la qualità dell'interpretazione: la prima volta – eccetto per un'anteriore al Liceu – del raro e difficile Giornale di uno scomparso di Janacek e un concerto di ‘canzoni per le 24 ore del giorno'.

Quest'ultimo (inaugurazione del Festival quest'anno) era un progetto che per la prima volta presentavano il bravo soprano Kate Royal e l'efficace pianista Joseph Middleton e presentava canzoni, ‘mélodies' e ‘Lieder' in quattro o cinque lingue, da autori tedeschi, francesi, argentini, statunitensi, noti o meno noti per descrivere la giornata di una persona ‘qualsiasi'.

Lo strano spartito di Janacek, tra l'opera da camera e il ciclo, e infatti c'era qualche elemento scenico e una disposizione ‘spaziale' delle voci – tenore principale seguito da un mezzosoprano che rappresenta la zingara che seduce il giovane contadino separandolo di famiglia, religione e lavoro, con tre soprani che fungono da ‘coro' – veniva egregiamente interpretato da Julius Drake al pianoforte e dal magnifico tenore Nicky Spence, ma anche con dei felici interventi di Helena Resurreiçao (mezzo) e dei tre soprani Mercedes Gancedo, Mireia Tarragó e Irene Mas Salom).

Di solito i concerti principali che si svolgono nella sala principale del bellissimo Ospedale di Sant Pau, oggi museo tutelato dall'Unesco visto che si tratta di uno dei monumenti del cosiddetto ‘modernisme' catalano, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, hanno anche una prima parte di una trentina di minuti destinata a presentare alcune delle giovani promesse del canto e del pianoforte. Senz'altro la più interessante è stata l'esibizione del pianista Eric Varas con brani di Brahms e Listz, proprio prima dell'ultimo concerto di cui sopra eseguito in modo ammirevole dal giovane baritono Samuel Hasselhorn e, per sostituire Malcolm Martineau (assente per le misure sanitarie del Regno Unito), un altro giovane pianista di spicco, Ammiel Bushakevitz. Si presentava anche il valente soprano Fatma Said con un programma sull' esotismo ma non sono stato in grado di assistervi.

Jorge Binaghi

10/11/2020