RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Barcellona

Off Liceu

Un anno fa il Liceu ha avuto la buona idea di creare questo tipo di evento (quattro per stagione) dove si presentano lavori di compositori odierni – di diversa età e fama – e dove la voce ha un ruolo centrale. In questo secondo anno, già consolidato, al secondo appuntamento dei quattro c'era un buon numero di persone ai tavoli del Foyer, che seguiva con attenzione il concerto durante quasi due ore senza intervalli. Va detto anche che il prezzo è molto interessante (10 euro con una bibita e delle patatine comprese). In quest'occasione presentatore era il critico Javier Pérez Senz, che introduceva autori e interpreti e coordinava le domande dopo l'esecuzione dei lavori.

Il primo è stato l'argentino Osías Wilenski (durante quasi vent'anni maestro interno al Liceu) con quattro canzoni di un ciclo di dieci su poesie e lettere di Luis de Carjaval, 'il giovane', da una famiglia di ebrei convertiti, che finì bruciato al rogo dal Santo Uffizio in Messico – Wilenski spiegava molto bene questa interessante e atipica figura dicendo che ha scritto, prima di queste canzoni, tutt'un'opera sulla vita del personaggio. Nelle canzoni adopera diversi strumenti (arpa, flauto, pianoforte e cello), ma tutti insieme solo nell'ottava, la lettera alla madre, mentre invece le altre (2,3 e 6) sono poesie mistiche o spirituali. Ci sono dei melismi ripetitivi di stampo orientaleggiante e la voce viene molto sollecitata, in particolare nelle parole che ritornano, ad esempio, Dio. Bravi tutti, i membri dell'orchestra del Liceu e soprattutto Beñat Egiarte, un giovanissimo tenore dal timbro forse non sempre bello, ma dotato di squillo e di un canto molto incisivo con in più un'eccellente articolazione dei testi, che, come nel caso seguente, venivano proiettati su due schermi).

Benet Casablancas, che ha appena finito la sua prima opera chiestagli dal Liceu su un libretto di Rafael Argullol, L'enigma di Lea, presentava un Retablo (cantata da camera) su testi di Paul Klee (che ammira sia come pittore che come poeta, due attività artistiche che interpellano molto l'autore), tre canzoni anch'esse spirituali nelle quali asseriva di aver citato Monteverdi, interpretate da Rocío Martínez, soprano lirico, bravo in zona acuta, ma non così tanto nell'articolazione del testo – che veniva proiettato nella traduzione spagnola – come si evidenziava anche dopo, nel caso del terzo compositore, e da Marisa Martins, mezzosoprano, molto disinvolta, buon volume e colore e una dizione più chiara, accompagnate da un Jordi Torrent in gran forma ,in una dimostrazione di pianoforte sinfonico, secondo parole dell'autore. Il soprano interpretava `poi un'altra canzone in catalano, molto diversa, su una poesía di Pere IV (Joan Oliver), molto ironica, definita di stile cabarettistico e leggero che, personalmente, ho riconosciuto solo nel ritmo.

L'altro compositore catalano, il noto direttore d'orchestra Antoni Ros Marbà, non era presente a causa di impegni legati alla sua attività, ma aveva lasciato una registrazione video dove spiegava il piacere di tornare a comporre. Si ascoltava poi una scena (l'ottava) dell'opera su Walter Benjamin, che verrà anch'essa presentata al Liceu: in questa scena si ritrovano il protagonista e l'amico Bertolt Brecht, che cerca invano di persuaderlo a lasciare la Germania nazista, mentre dal canto suo lo scrittore ricorda il traumatico ultimo incontro con Asja Lacis, una comunista conosciuta in Europa con la quale ha vissuto una storia sentimentale, questa volta in Russia, dove scopre che era sposata. Questa figura femminile si presenta in forma simultanea, ma in altro momento temporale, ripetendo le parole della sua dichiarazione all'interrogatorio stalinista cui venne sottoposta tempo dopo. La scrittura non è facile; per il canto si richiede spesso il parlato, in un caso típico di Sprechgesang e, come capita spesso, la tessitura per i cantanti è ardua. Egiarte tornava a dimostrare le sue capacità, Martínez, da uno dei balconi del Foyer, la qualità del suo acuto, e il tenore Roger Padullés confermava la buona scuola di canto e d'interpretazione. Torrent al pianoforte era bravissimo e il librettista dell'opera (testo in inglese; si proiettava solo un riassunto della scena in questione), Tony Madigan, spiegava come si era svolto il lavoro insieme al compositore. Bisognerà aspettare la prima di quest'opera per metterla a confronto con il titolo di Michel Tabachnik (libretto di Régis Debray), Benjamin, dernière nuit, presentata due anni fa a Lione, sulla quale ho avuto valutazioni non sempre concordanti.

Jorge Binaghi

26/2/2018

La foto del servizio è di Antonio Bofill.