RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Ottocento in musica

al Teatro Bellini di Catania

Programma tutto incentrato sulla musica ottocentesca quello proposto venerdì 9 giugno (con replica sabato 10) al Teatro Massimo Bellini di Catania e che prevedeva nella prima parte l'Ouverture da La Cenerentola di Gioacchino Rossini e due brani di Giovanni Bottesini: il Concerto n. 2 in si minore per contrabbasso e orchestra e Passione amorosa per due contrabbassi e orchestra, mentre nella seconda parte è stata eseguita la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 97 (Renana) di Robert Schumann. Ha condotto l'efficiente orchestra del nostro teatro il maestro Francesco Ommassini che ha saputo imprimere sicura efficacia e scattante vigoria alle partiture eseguite.

Il primo brano ha sicuramente centrato il ritmo e il colore timbrico tipico della musica del pesarese mancando solo qua e là forse di quella frizzante vivacità e di quella allegrezza spensierata che ne contraddistinguono fraseggio e discorsività, ma mantenendone sempre la vivacità e briosità complessiva.

Con il Concerto in si minore per contrabbasso e orchestra di Bottesini ci siamo ritrovati di fonte a una delle pagine più riuscite ed efficaci lasciateci dal grande strumentista e compositore italiano nato a Crema nel 1821 e morto a Parma nel 1889. La sua grande bravura e il suo supremo virtuosismo gli avevano già guadagnato l'epiteto di “Paganini del contrabbasso”, strumento di cui rivoluzionò e perfezionò la tecnica. Del Concerto è stato apprezzato solista Francesco Siragusa, interprete dalla spiccata e acuta sensibilità, che ha saputo instaurare con l'orchestra un fitto dialogo nel quale la trama armonica si rivelava di grande pregio e dignità. Di seguito l'esperto concertista ha eseguito, in uno con l'altrettanto validissimo Davide Galaverna, Passione amorosa ovvero Fantasia su arie di Rossini per due contrabbassi e orchestra. Entrambi gli eccellenti solisti sono riusciti a intrecciare un vero e proprio dialogo dove la leggerezza, l'eleganza e la levità si sono saldate e fuse dialetticamente alla padronanza e al sicuro dominio dell'intera partitura.

Il concerto ha visto la sua degna conclusione con la pregnante esecuzione della Sinfonia n. 3 di Robert Schumann “Renana” scritta dal grande compositore romantico a Düsseldorf e nella stessa città eseguita il 6 febbraio del 1851. Da tutta la limpida pagina traspare il desiderio di evocare l'amata terra renana per descriverne e dipingerne suoni, profumi e colori. Ricordiamo che lo Scherzo, originariamente intitolato Mattino sul Reno, si manifesta come un vero e proprio Ländler (cugino campagnolo del Valzer) dolcissimo e delicatissimo.

La compagine strumentale etnea ha evidenziato una sicurezza e una scioltezza dalle tinte estrose, che esprimevano una disinvolta e briosa nonchalance, assecondando senza esitazioni l'equilibrata e calibrata conduzione di Francesco Ommassini, che ci è sembrato molto più a suo agio nella eviscerazione della caleidoscopica partitura del compositore tedesco. Molto espansivo e caloroso il consenso del pubblico intervenuto, specialmente nei confronti dei due capaci e affiatati contrabbassisti.

Giovanni Pasqualino

11/6/2017

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.