RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Lo Schiaccianoci di Ciajkovskij

al Bellini di Catania

Il balletto in due atti Lo schiaccianoci di Pëtr Il'ic Cajkovskij fu ispirato da un racconto di E.T.A. Hoffmann Lo Schiaccianoci ed il re dei topi, a sua volta riproposto in modo più attenuato ed edulcorato da Alexandre Dumas padre con il suo L' Historie d'un Casse-noisette. Il libretto realizzato da Marius Petipa e Ivan A. Vsevolozskij fu musicato dal grande compositore russo e venne presentato a Pietroburgo nel dicembre del 1892. Bisogna anche ricordare che in esso Cajkovskij utilizzò nell'organico orchestrale uno strumento nuovo, la celesta, inventata a Parigi nel 1886 da Victor Mustel.

All'inizio dell'Ottocento nella casa di un agiato sindaco viene data una festa alla viglia di Natale. Giunge un vecchio amico di famiglia che diverte i bambini con giochi di prestigio vari e divertenti (un moderno animatore). L'uomo regala anche alla piccola Clara, figlia dei padroni di casa, uno schiaccianoci, ma subito dopo suo fratello glielo sottrae e lo rompe per puro dispetto. Dopo che l'anziano signore ha aggiustato l'oggetto la bimba si addormenta nel bel mezzo della festa e comincia a sognare. Tutto nel suo mondo onirico assume dimensioni gigantesche e nel contempo inizia una strana battaglia fra i topi ed i giocattoli che i bambini hanno ricevuto in dono per difendere lo schiaccianoci. Dopo che Clara avrà lanciato una sua scarpetta contro il re dei topi lo stesso schiaccianoci si trasforma in un principe bellissimo che conduce la bambina in una grotta incantata, piena di pipistrelli, i quali non sono poi altro che i familiari e gli amici di Clara. La grotta si trasforma in seguito in un piccolo teatro dove danzano le sue bambole (valzer dei fiori). Il sogno finisce e Clara si sveglia proprio quando oramai la festa in casa sua è finita e tutti se ne stanno andando, mentre lei felice ripensa alla sua bella avventura vagheggiata nel sogno.

La deliziosa partitura è stata proposta al Teatro Massimo Bellini di Catania in prima rappresentazione (turno A) il 17 febbraio dal corpo di ballo e dei solisti del balletto dell'Opera Nazionale di Odessa, che hanno sicuramente esibito un tecnica davvero pregevole e ragguardevole. Ma solo questa non basta sicuramente a dare grande respiro e afflato lirico ad un balletto come Lo Schiaccianoci, che ha bisogno di interpretazioni e coreografie dove la magia della fiaba e dell'incanto deve venire perseguita con estrema spontaneità e spigliatezza, doti queste ultime dalle quali gli artisti ci sono parsi leggermente lontani. Ma non solo gli artisti, anche le coreografie ci è sembrato siano rimaste al di qua della trama e perfino le luci non ben calibrate sullo spettacolo e sui vari personaggi. Molto suggestivi ed adeguati sono invece apparsi i meravigliosi costumi di Nadya Shvets e le scene di Olena Gavdzinskaya, che per quanto tradizionali contribuivano molto a rendere sfarzosa e brillante la rappresentazione. Sottolineiamo pure che nel Valzer dei fiocchi di neve era assente il previsto coro di voci bianche, la cui dolce cantilena senza parole ne accresce fascino e delicatezza. Come mai questa significativa lacuna?

La conduzione dell'orchestra del nostro teatro da parte di Paolo Paroni si è rivelata non sempre circostanziata ed adeguata alla pièce, mancando di quella definizione e cesellatura degli arabeschi sonori, degli impasti timbrici, delle nuances e di quel tenero e struggente languore che rimane l'aura precipua delle creazioni del grande compositore russo.

Giovanni Pasqualino

18/2/2017

Le foto del servizio sono di Giacomo Orlando.