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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Il sole nero

Melodramma dark di William Grosso

Da sinistra: Costantino Minchillo e Giovanni La Commare.

Il teatro Grotta Smeralda di Acicastello ha ospitato domenica 23 marzo 2014 l'anteprima dell'opera in tre atti Il sole nero del compositore e pianista siciliano William Grosso, nella sua riduzione in due soli atti per cantanti e pianoforte, opera che offre un'originale elaborazione nella quale il tema dark del vampirismo si salda all'amore gay ed alle problematiche ad esso connesse nella realtà contemporanea. La figura del vampiro ha avuto il suo battesimo letterario nel 1816 con il fantasioso racconto di John William Polidori, medico personale di Lord Gorge Gordon Byron. Dal testo del racconto trasse ispirazione W. A. Wohlbrück per dar vita ad un libretto in due atti su musica di Heinrich August Marschner che venne rappresentato per la prima volta a Lipsia il 29 marzo 1828 con un certo successo. Ma la transizione vera e propria fra il vampiro del romanzo gotico di sette-ottocento ed il non-morto della fine dell'ottocento e l'inizio del 900 avviene con il romanzo Dracula del 1897 di Bram Stoker, i cui influssi si spanderanno e propagheranno fino ad approdare nel fantastico cinematografo americano fra gli anni trenta e cinquanta, che darà vita a tanti inquietanti films sul conte valacco con Bela Lugosi e Christopher Lee come magistrali ed indimenticabili protagonisti. La nostra epoca contemporanea registra romanzi di Stephen King dedicati ai vampiri e perfino films come Bram Stoker's Dracula del 1992, prodotto e diretto da Francis Ford Coppola, o Dracula 3D di Dario Argento del 2012. Senza dimenticare Dracula el musical, musical spagnolo di Cibrian e Mahler, la rock opera Dracula (1995) del compositore boemo Karel Svoboda, Dracula-the musical (2001) di Frank Wildhorn e Dracula Opera Rock, musical del 2005 con le musiche della Premiata Forneria Marconi con Vittorio Matteucci nella parte del conte.

Il sole nero di William Grosso è la storia di un travolgente amore omosessuale fra Morgan, uno scrittore di fama, ed Helios, un arcivampiro. Tale legame verrà ostacolato strenuamente da Ines, fidanzata di Morgan che tuttavia verrà a sua volta uccisa dall'ex amante. Il sopraggiungere dell'alba e l'addensarsi dei raggi solari troveranno i corpi dei due giovani vampiri in attesa di venire bruciati in un ultimo appassionato, tenero dolcissimo amplesso d'amore.

La delicata e morbida regia di Antonella Infantino ha creato un'atmosfera magica, incantata e surreale dalla quale promanava tutto il prodigio di un eros travolgente e disperato, certo al di fuori e al di là delle usate consuetudini, ma non per questo meno tenero e commovente. La scelta dei costumi operata da Glenda ha rivelato un gusto davvero significativo e altamente funzionale all'espressività dell'intero spettacolo.

Costantino Minchillo (Morgan) ha messo in campo una vocalità pronta e molto ben cesellata dalla quale riusciva a trarre delle pregevoli espressività sature di pathos. Appassionata e intensa la prova offerta da Giovanni La Commare (Helios) la cui voce baritonale ha rivelato sorprendenti bruniture e bronzee nuances tonali. Carmen Salomone (Ines) ha controllato molto bene il suo personaggio, sia per quanto riguarda la mimica che la vocalità, quest'ultima sempre chiara, nitida e precisa. Accurata e ben controllata anche la prestazione offerta dal baritono Alberto Munafò (Agator) che ha saputo prestare alla sua vocalità tutti i sinistri bagliori dell'arcano e del misterioso.

L'intero testo del libretto, produzione dello stesso William Grosso, ci pare leghi molto felicemente con una musica che si muove certo entro l'ambito di una tonalità alquanto tradizionale, con qualche passaggio particolarmente dissonante e versato verso l'atonalità (gli ammiccamenti all'armonia ed alla timbrica pucciniana non sono pochi) ma che riesce tuttavia a donare allo spettatore contemporaneo forti emozioni ed altrettante energiche commozioni che non saranno certamente accessibili a coloro i quali applicheranno una lettura rigidamente conformista e moralistica della pièces.

Per completezza di cronaca va aggiunto che la rappresentazione de Il sole nero è stata preceduta dall'esibizione di alcuni giovani cantanti che hanno partecipato a Catania ad una master class condotta dal bravo maestro Angelo Gabrielli. I giovani cantanti che si sono esibiti in celebri pagine del repertorio lirico ottocentesco: Marina Carmeli, Salvatore Terrazzino, Giovanni Di Mare, Alessandra Carmen Rocco, Maria Grazia Pellegrini, Isabella Ange, Francesca Tiburti hanno tutti evidenziato buone e promettenti doti canore e siamo certi che in un futuro non molto lontano sentiremo ancora parlare di loro. L'accompagnamento dei giovani cantanti italiani da parte della pianista Annalisa Mangano è stata sicuramente la parte meno felice dell'ascolto, in quanto (la concertista?) rivelava una grossolanità ed un'insicurezza di lettura ed esecuzione degne del più modesto e sprovveduto dei dilettanti!

Giovanni Pasqualino

27/3/2014