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La Misa Criolla di Ariel Ramirez

inaugura i Tramonti musicali sul barocco di Catania

Felice inaugurazione, sulla terrazza della Monumentale Chiesa della Badìa di Sant'Agata, per la seconda edizione della stagione “Tramonti musicali sul barocco di Catania”, che si protrarrà fino a tutto Agosto, a cura del Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa. L'affermata compagine, accolta dal chiarore del crepuscolo, ne è stata una protagonista di spicco, insieme al validissimo chitarrista Agatino Scuderi affiancato dal soprano Susanna La Fiura. La serata, introdotta da Padre Massimiliano Parisi (e il cui ricavato sarà devoluto per l'ampliamento del percorso “Un balcone sul Barocco di Catania”) si è aperta sul dipanare latino-americano di Scuderi, che si è destreggiato con tocco brillante e acuta sensibilità melodica tra le righe di un ampio repertorio incentrato sul tema I suoni del Sud, che emergevano dal terso e corposo registro sopranile fra accenti carezzevoli e solari: dalle sponde brasiliane di Jaime Ovalle (Azulao), alla fluente cantabilità dei venezuelani Vincente Emilio Sojo (Cantico y, Galeròn), Antonio Carrillo (Como Llora Una Estrella) e Ignacio Figueredo (Los Caujaritos); dalla vena intimista del messicano Manuel Ponce (Marchita El Alma, Vals, Estrellita, Scherzino Mexicano) allo struggente Jacinto Chiclana di Astor Piazzolla a fronte dell'estroverso Alguien dice el Tango, sempre del compositore argentino.

La seconda parte del concerto ha contemplato la splendida esecuzione della Misa Criolla di Ariel Ramirez, in omaggio al Pontefice Francesco I, da parte del Coro lirico Siciliano: la curatissima direzione di Costa ha conferito solidità e trasparenza all'ensemble, che ha espresso con levigati effetti sonori e misurati dosaggi dinamici l'intensità devozionale del testo, affidato alla dizione incisiva e svettante dei solisti, ovvero il tenore Federico Parisi e i baritoni Giovanni Luca Failla e Alberto Munafò Siragusa sull'accompagnamento di Annalisa Mangano al pianoforte. La chitarra di Scuderi con effetti di rasgueado e le percussioni andine di Matteo Bongiorno, Danilo Galatà e Pierpaolo Longo hanno completato con efficacia l'organico, marcando il pathos del trascinante Gloria (il cui finale è stato bissato) col gioioso ritmo carnavalito, oltre agli stili indigeni del vidala baguala (Kyrie), della chacerera trunca (Credo), del boliviano carnaval cochabambino (Sanctus) e dell'estilo pampeano (tipico della pampa nell'Agnus Dei). L'originalissima composizione argentina è stata ben rivisitata tra toni ieratici e accenti di sommessa spiritualità, conformemente alle intenzioni di Ramirez che nei primi anni Sessanta, dopo essere stato ispirato da un lungo viaggio in Europa, scrisse: «Sentivo che dovevo scrivere qualcosa di profondo e religioso che rendesse onore alla vita e coinvolgesse le persone oltre il loro credo, razza, colore od origine». La numerosa platea al termine dell'esibizione ha esternato il suo vivissimo consenso, tributando a tutti gli artisti calorosi applausi.

Anna Rita Fontana

17/7/2017