RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Quattro soprani per una sola Violetta!

Abbiamo già avuto modo di assistere a rappresentazioni dirette da Enrico Stinchelli, ma nella regia de La Traviata, andata in scena al Teatro Antico di Taormina martedì 18 agosto 2015 per la rassegna Taormina Opera Stars 2015, egli ha superato ogni aspettativa fornendoci un'edizione dell'opera che avrebbe lasciato Giuseppe Verdi di stucco ed a bocca aperta. E sì perché, come sottolinea l'originale regista, lo stesso Cigno di Busseto non ebbe coscienza di scrivere una partitura per quattro tipologie diverse di soprano. Egli stesso annota, con l'acume che lo contraddistingue da sempre: «Quando Verdi compose Traviata, oltre 150 anni fa, forse non si rese conto di regalare ai posteri una delle più ardue partiture….. Verdi fu spietato nel comporre la parte di Violetta, pretese il massimo assoluto: un soprano di coloratura per il I atto, un soprano più lirico per il II, un soprano lirico spinto per la scena della festa in casa di Flora e persino un soprano quasi drammatico per il III atto. Una follìa. » E indubbio che Verdi non poteva avere coscienza di scrivere una partitura per quattro tipologie diverse di soprano, proprio perché quando compose e fece rappresentare l'opera al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, tale distinzione particolareggiata delle voci non esisteva ancora. La brillante intuizione di Stinchelli induce a seguire non il personaggio di Violetta ma la sua astratta vocalità, avulsa da qualsiasi altro contesto concreto. Inoltre, il suo, per così dire, esperimento non fa ben comprendere all'ascoltatore se le quattro cantanti siano in grado, ciascuna per proprio conto, di affrontare e sostenere l'intera opera dall'inizio alla fine. Insomma il test vocale ha più il sapore della trovata pubblicitaria e ci riporta alla mente la protagonista della commedia Nostra Dea di Bomtempelli, personaggio psicolabile e nevrotico che cambia umore e personalità ogni volta che cambia d'abito.

Ciò premesso registriamo la bravura e la versatilità musicale delle quattro interpreti, nell'ordine Natasha Dikanovich, Carolina Varala, Eva Corbetta, Tea Purseladze che riuscivano a districarsi egregiamente fra le impervie tessiture canore, spiccava in particolar modo, per rifiniture e cesello delle sonorità, il secondo soprano. Il tenore Young Min Oh esibiva un Alfredo Germont assolutamente corretto, dal fraseggio elegante e dallo smalto limpido e scolpito, anche se il continuo adeguamento ad una diversa partner ha creato, specie nel terzo atto, una certa disomogeneità nella sua resa vocale. Pietro Terranova (Giorgio Germont) ha trovato nel personaggio tratteggiato un'adeguata dimensione per la sua vocalità composta e brunita. In ruolo anche i bravi Sabrina Messina (Flora Bavoix), Antonio Di Matteo (Dott. Grenvil), Angelica Meo (Annina).

Silvia Casarin Rizzolo ha condotto l'orchestra ed il coro di Taormina Opera Stars con mano ferma e piglio sicuro, riuscendo nel complesso ad omologare e adeguare le sonorità (ben amplificate così come lo erano i cantanti) entro lo spazio scenico del Teatro Antico. Curate e di buon effetto, anche se alquanto oleografiche, risultavano le scenografie dalla Bottega Fantastica. Opportuni, funzionali e ben congegnati gli interventi del corpo di ballo Danza Taormina così come le coreografie ideate e organizzate da Alessandra Sgalambrino.

E veniamo alle presunte innovazioni registiche proposte da Stinchelli in questo nuovo allestimento taorminese e sbandierate da tanta stampa nazionale e locale. In primis le supposte “nudità” della protagonista, che si mostrava per qualche minuto, mentre risuonavano le note del Preludio dell'atto primo, in perizoma color carne, venendo quasi subito ricoperta dalla cameriera ed in secundis l'intervento di una figura vestita di nero, con gli occhi bistrati di nero e la biacca in faccia che attraversava in ogni atto, da un capo all'altro, la scena e che, abbiamo dedotto, supponiamo con felice intuizione, simboleggiasse la morte che incombe inesorabilmente su Violetta. Due particolari che poco tolgono e poco aggiungono alla sua regia, in questa particolare occasione più coerente, più lineare e convincente, proprio perché più rispettosa e riguardosa nei confronti del libretto di Francesco Maria Piave.

La serata ha registrato un elevato afflusso di ascoltatori, appassionati, curiosi e visitatori (la cavea era quasi colma) che hanno mostrato di gradire oltremodo l'opera, tributando agli artisti calorosissimi e fragorosissimi consensi. Presente, almeno durante il primo atto dell'opera, il sindaco di Taormina Eligio Giardina al quale come cronisti abbiamo il dovere di segnalare lo stato indecoroso nel quale versano i servizi igienici non solo del Teatro Antico ma anche di qualche bar di quella che ama autodefinirsi la perla dello Jonio. Oppure rappresentano anch'essi una nota pittoresca e di colore locale da esibire ai tanti turisti che periodicamente affollano la cittadina siciliana?

Giovanni Pasqualino

21/8/2015