RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Il Natale brilla al Bellini

Programma composito e variegato quello presentato il 15 dicembre al Bellini di Catania (replica il 16), dal titolo Luci di Natale, dato che sono stati proposti quattro fra i brani più celebri e celebrati del sinfonismo ottocentesco e novecentesco. La serata ha avuto il suo incipit con la Ritirata notturna di Madrid, pagina scritta inizialmente da Luigi Boccherini per quintetto d'archi ma in seguito divenuta così popolare che l'autore la trascrisse ben quattro volte per diverse combinazioni strumentali. Nel 1975 Luciano Berio diede vita a un breve unico pezzo, che gli era stato commissionato per l'apertura di un concerto dell'orchestra della Scala, nel quale decise di sovrapporre le quattro versioni originarie, creando vari contrasti armonici, operando un adattamento e trascrizione per orchestra. Seguiva poi la rapsodia per orchestra di Emmanuel Chabrier España, brillante composizione attraverso la quale il compositore francese, dopo un viaggio in Andalusia, sotto la forte suggestione dei canti e delle danze iberiche ascoltate, manifesta e descrive le impressioni foniche e armoniche ricevute nel corso della sua escursione. Penultimo pezzo in programma era la suite op. 71A, tratta dal balletto Lo schiaccianoci di Pëtr Il'ic Cajkovskij che in origine comprendeva ben trentatré danze. Dal balletto lo stesso compositore russo creò una suite orchestrale con otto di queste danze, da eseguire nelle sale da concerto come pezzi sinfonici a sé stanti, senza balletti e senza scenografie. A suggello della serata veniva collocata la suite sinfonica op. 35 Sheherazade di Nicolaj Rimskij-Korsakov, che lo stesso autore definì come “un caleidoscopio di quadri fiabeschi di carattere orientale” ispirata ai racconti de Le mille e una notte, una raccolta di novelle orientali tutte ambientate a Baghdad e narrate appunto dalla principessa Sheherazade sera dopo sera al terribile Sultano, con lo scopo di distrarlo dall'intento di ucciderla. La sontuosa suite sinfonica è formata da quattro sezioni distinte: Il mare e la nave di Sinbad; La storia del principe Kalender; Il giovane principe e la giovane principessa; Festa a Baghdad, il mare, il naufragio. Le quattro parti sono attraversate a loro volta da quattro temi conduttori (tema del Sultano, tema di Sheherazade, tema del mare e tema di Sinbad) che circolano intrecciandosi, sovrapponendosi e inseguendosi per tutta la composizione.

L'orchestra del nostro teatro, preparata e diretta con raffinata eleganza e misurato equilibrio dal maestro Eckerard Stier, ha saputo cogliere di ogni brano proposto la sua più recondita essenza e individuale peculiarità. Così le quattro intriganti versioni originali della Ritirata notturna di Madrid di Boccherini sovrapposte e trascritte per orchestra da Luciano Berio venivano proposte in tutta il loro fresco ed elaborato intreccio polifonico che ne esprime tutta la sua intima pregnanza. I brillanti colori e i ritmi guizzanti della pagina di Chabrier sono stati resi al meglio da tutte le sezioni orchestrali, molto bene percussioni e ottoni la cui resa fonica si evidenziava sempre rifinita, nitida e lineare. La suite di Cajkovskij è stata recepita quasi come una delicata carezza per le nostre orecchie, poiché riusciva ad esibire una varietà coloristica, agogica e dinamica considerevole e nello stesso tempo arrivava ad eviscerare sempre sonorità soffuse, mai debordanti in esagerati fortissimo. Anche la splendida suite di Cajkoskij è stata esibita con sonorità e colori sinfonici quanto mai garbati e ricercati; in essi è spiccata soprattutto la tenera, duttile e allo tempo lineare coesione degli archi che raggiungeva il suo apice nell'ultimo brano, il Valzer dei fiori, ove nell'introduzione spiccava per soavità di suono l'arpista Giuseppina Vergine. Nel secondo tempo del concerto, interamente dedicato alla suite di Rimskij-Korsakov, direttore e orchestra hanno davvero raggiunto una simbiosi tale che l'intera partitura veniva cesellata in tutte la sua avvenenza strumentale e coloristica, suscitando fragorosi e calorosi consensi da parte di tutto il pubblico presente. Si è oltremodo distinta, suscitando una vera e propria ovazione degli spettatori nelle parti solistiche di Sheherazade, il primo violino Heloise Geoghegan, strumentista in possesso di una cavata solida, di una tecnica salda e fluida oltreché di una musicalità debordante.

Giovanni Pasqualino

16/12/2023

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.