RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Il Sessantotto sempre nel cuore

Matrimoni ed altri effetti collaterali

Da sinistra: Emanuele Carlino, Annalisa Insardà, Carlo Ferreri e Mita Medici.

Una commedia di sapore vintage il secondo titolo del cartellone 2017-2018 del Teatro Brancati di Catania: si tratta di Matrimoni ed altri effetti collaterali, un adattamento di Manuel Giliberti da Salviamo le balene di Ivan Campillo. Un lavoro costruito intorno a una primadonna mattatrice d'eccezione quale è appunto Mita Medici, che interpreta Giovanna, detta Jane in onore di Jane Fonda e del suo passato di sessantottina arrabbiata; divisa tra passato e presente, tra trasgressione e sentimenti, Jane ha una figlia, Claudia, che, come quasi tutte le rampolle delle ex sessantottine figlie dei fiori, è ordinata, abbastanza tranquilla, borghese ma non troppo, insomma una persona tutto sommato normale, che ha fatto un matrimonio ipernormale, con un professore universitario, Gregorio, tontolone e non proprio focoso a letto. La coppia è senza figli dopo nove anni di matrimonio e Jane decide di fare di tutto per vivificare questo matrimonio, perché come tutte o quasi le donne di mezza età del mondo vuole un nipotino. L'occasione è data da un baldo e aitante serrandista, gigolò di periferia a tempo perso, che porterà una ventata di robusta sensualità nella coppia e sanerà ogni problema, non con un innesto pirandelliano, ma scatenando con la sua carnalità dirompente una serie di comici e surreali eventi che condurranno appunto al lieto evento che rimetterà apparentemente a posto ogni cosa.

Una commedia veloce e gradevolissima, affidata alla regia scarna ma efficace dello stesso Manuel Giliberti, che ha visto una Mita Medici in grandissima forma e perfettamente a suo agio nel ruolo di ex figlia dei fiori: vero deus ex machina della vicenda, ha trascinato con la sua verve tutta la compagnia, che si è dimostrata all'altezza di tale protagonista.

Simpatica e comicissima Annalisa Insardà, nel ruolo di Claudia, dotata di ottima mimica e disinvolta sul palcoscenico, specialmente nelle esilaranti scenette con Gregorio, Carlo Ferreri, che ha interpretato il suo ruolo evidenziandone con sagacia tutti i tratti conformisti e beceri, ma sempre con estrema misura e senza mai forzare o scadere nel caricato. Di buon livello anche la prova di Emanuele Carlino, il serrandista Fabio, che ha saputo estrinsecare tutta la carica trasgressiva che il suo ruolo esigeva, e ha evidenziato anche discrete doti coreutiche nei momenti in cui la parte lo richiedeva.

Gradevoli le scene di Rosa Lorusso, che ha firmato anche i costumi, coloratissimi e vintage quelli di Mita Medici, tranquillamente borghesi quelli dei due coniugi, con un effetto stilizzante di notevole effetto; per le scene, la Lorusso si è avvalsa anche di proiezioni di foto della stessa Medici da giovane, dei Beatles, di scene chiave degli anni Sessanta, con un risultato evocativo che il folto pubblico presente in sala ha gradito moltissimo. Interessante anche una proiezione interattiva, con Evelyn Famà che ha interpretato una sessuologa disorientata e spazientita dinanzi all'assoluta ingenuità di Gregorio. Adeguate e mai debordanti le musiche originali di Antonio Di Pofi.

Applausi calorosi al termine, per tutta la compagnia ma in particolare per Mita Medici. Repliche sino al 3 dicembre.

Giuliana Cutore

18/11/2017