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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

L'amante Burlato di Paolo Altieri

al teatro Sangiorgi di Catania

Paolo Altieri nacque a Napoli il 29 gennaio 1745 e nel 1766 si trasferì nella cittadina siciliana di Noto dove rimase, svolgendo l'attività di insegnante di musica e ricoprendo la carica di maestro di cappella di tutte le chiese locali, fino alla morte avvenuta il 17 ottobre del 1820. La qualità della sua produzione (tutta da riscoprire e rinverdire) non è sicuramente di second'ordine, anzi possiede una freschezza e soprattutto un'inventiva polifonica degna dei migliori compositori settecenteschi della gloriosa scuola napoletana quali Tommaso Traetta, Niccolò Piccinni, Niccolò Jommelli, Giovanni Paisiello o Leonardo Leo.

Ricordiamo per inciso che nello stesso periodo un altro valente musicista della scuola musicale partenopea anche se originario dell'Abruzzo si trasferì in Sicilia, cioè Vincenzo Tobia Bellini, stabilendosi a Catania dove contrasse matrimonio nel 1769 e diede vita ad una dinastia di musicisti dei quali la più fulgida gemma fu l'immortale creatore di Norma. Anzi fu proprio con il nonno che Vincenzo Bellini junior mosse i primi passi nel campo della composizione musicale e dell'esecuzione strumentale.

Mercoledì 31 maggio presso il teatro Sangiorgi di Catania è stata rappresentato l'Intermezzo in due parti L'amante burlato, tratto da La Cantatrice ossia La Pelarina di Carlo Goldoni. La partitura, il cui autografo è conservato presso il fondo Altieri della biblioteca comunale di Noto, è stata proposta nell'edizione critica del maestro Salvatore Carchiolo e nell'adattamento del maestro Giovanni Grasso, entrambi docenti presso l'Istituto Musicale Vincenzo Bellini di Catania.

L'orchestra barocca del dipartimento di musica antica dell'Istituto Bellini, diretta con scrupolo e precisione da Salvatore Carchiolo, che sedeva anche al clavicembalo, ha esibito delle sonorità rifinite, controllate, eleganti e sicuramente attente allo spirito della rappresentazione. La regia di Giovanni Grasso, semplice ed essenziale, risultava funzionale, fedele e attinente all'intermezzo, esaltandone testo, narrazione e complessiva discorsività.

Significativa e rilevante anche la partecipazione del Dipartimento di Canto dell'Istituto, che ha schierato quattro giovani sicure promesse future. Graziano D'Urso nella parte di Tascadoro ha esibito una vocalità ben timbrata e di notevole spessore, sempre ben calibrata e attenta nei passaggi di registro e nelle rifiniture. Claudia Ceraulo (Volpiciona) riusciva a caratterizzare a tutto tondo il personaggio della madre della protagonista, lavorando bene nella sua tessitura e imprimendole una lucentezza ed uno smalto significativi negli acuti, mai sgraziati o sgranati ma sempre ben torniti e precisi. Ausilia Arrigo (Conte Florindo) ha svolto con sicurezza e grazia la parte dell'innamorato di Belarina, stilizzando con lirica partecipazione ogni suo intervento. Margherita Aiello (Belarina) ha cantato con cipiglio sicuro e sbarazzino mostrando in alcuni passaggi delle piccole esitazioni, certamente scherzi dell'emozione, superati tuttavia con buona padronanza scenica. Eleganti, deliziosi e storicamente attendibili gli splendidi costumi di Rosy Bellomia

L'intermezzo, rappresentato per la prima volta in assoluto in tempi moderni, ha riscosso il meritato successo conferitogli con calore ed entusiasmo dal folto pubblico convenuto nel parterre del teatro.

Giovanni Pasqualino

2/6/2017

Le foto del servizio sono di Giacomo Orlando.