RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Tutti i colori di Gershwin

Il secondo concerto della stagione sinfonica 2023/2024 proposto dal Teatro Bellini di Catania il 10 novembre (replica l'11) dal titolo Omaggio a Gershwin ha esibito nel suo programma tre fra le composizioni più celebrate, significative e anche, potremmo ben dire, più riuscite del catalogo prodotto dal musicista americano. Tre partiture, Cuban Ouverture (Rumba), Rhapsody in blu e An American in Paris, che già fin da quando furono presentate al pubblico si mostrarono fresche, spontanee, ricche di brillanti intuizioni e di originali soluzioni ritmico-armoniche. I tre brani sono stati abbinati alla Rapsodia op. 67 di Giuseppe Emmanuele e alla Sinfonia n. 1 Afroamericana di William Grant Still. Una proposta ampia di cinque brani nei quali lo sforzo sincretistico di amalgamare i moduli della musica classica a quelli della musica jazz risultava quanto mai pregnante e rilevante.

La conduzione dell'orchestra del teatro Bellini da parte del giovanissimo Riccardo Bisatti ha evidenziato fin dal primo pezzo tutta la sua prominente professionalità e pronta intelligenza nel saper capire e penetrare gli aspetti peculiari delle pagine offerte al folto pubblico intervenuto alla serata. La Cuban Ouverture, scritta da Gershwin nel 1932 dopo un viaggio nelle Antille, è stata decifrata in tutti i suoi colori ritmico-melodici scanditi in modo davvero vivace e suggestivo, specialmente dalle sezioni dei fiati e dalle percussioni, parecchio disinvolte nel sottolinearne il sound esotico. Secondo brano proposto è stata la Rapsodia op. 67 per pianoforte e orchestra del compositore italiano contemporaneo Giuseppe Emmanuele che veniva offerta per l'occasione in prima esecuzione assoluta. Al pianoforte era Ruben Micieli, valido giovane pianista siciliano che abbiamo già avuto modo di ascoltare e apprezzare in passato. L'equilibrata compenetrazione e l'intreccio fra l'orchestra e lo strumento solista sono stati il tratto peculiare di una pagina che si muoveva a suo agio nell'ambito delle musica tonale e che riusciva a rendersi quanto mai gradevole.

Il primo tempo del concerto veniva concluso dalla Rhapsody in Blue, partitura davvero suggestiva creata da Gershwin con un intento poietico ben preciso: “Ho costruito la Rapsodia come una specie di caleidoscopio musicale dell'America, con il nostro miscuglio di razze, il nostro favoloso brio nazionale, i nostri blues, la nostra follia metropolitana”. Ruben Micieli anche qui ha sfoderato la sua vigorosa tecnica unita ad una buona musicalità, anche se va notato che la sua formazione di pianista classico non gli ha permesso di abbandonarsi e affondare in toto nel caratteristico swing richiesto dal brano, offrendo all'uditorio un Gershwin alquanto accademico, e nei momenti più virtuosistici condizionato da sonorità lisztiane. Ai calorosi ed entusiastici applausi del pubblico il pianista ha risposto, per restare nel tema della serata, con l'esecuzione della Jazz Fantasy on Mozart di Fazil Say.

Il secondo tempo vedeva l'esecuzione della Sinfonia n. 1 Afroamericana di William Grant Still e di An American in Paris, posta a suggello della serata. La sinfonia di Still è la prima e sicuramente la più riuscita di cinque accattivanti sinfonie nelle quali il compositore americano arrivò ad amalgamare jazz e musica classica. Non possiamo certo non riconoscere il meticoloso lavoro di rifinitura fatto dal conduttore e attuato con professionalità e in modo egregio dall'intera orchestra che riusciva a cogliere l'animus della pagina in tutti e quattro i tempi nella quale essa è strutturata. Da sottolineare anche i morbidi e significatici interventi dell'arpa.

An american in Paris ha chiuso degnamente un concerto nel quale la nostra orchestra ha confermato lo stato di crescita qualitativa e di buona salute delle quali gode. Vanno anche rimarcati gli interventi ragguardevoli del primo violino, della tromba e di tutte le percussioni.

Giovanni Pasqualino

11/11/2023

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.