RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Ultimo concerto romano

Sottolineava in modo acuto e profetico lo scrittore Friedrich Glauser: «Non sottovalutate il racconto poliziesco: oggi è l'unico mezzo per diffondere idee ragionevoli». E a confermare storicamente la validità di tale assunto dell'estroso narratore nato a Vienna ma svizzero di adozione, sarà proprio l'insulso divieto emanato nel 1941 dal regime fascista di pubblicare in Italia romanzi polizieschi. La significativa citazione si è presentata in modo spontaneo alla nostra mente dopo essere giunti alla fine del romanzo di Natascha Korsakova Ultimo concerto romano, intrigante detective story apparsa lo scorso mese nelle librerie a cura della casa editrice Piemme di Milano. Ambientato per lo più nella città eterna, il romanzo dipana una fosca storia di passioni e di morti che sembrano prendere l'abbrivio dall'omicidio del pianista di fama mondiale Emile Gallois (ma in realtà piantano le loro profonde radici in un lontano passato), giunto a Roma per eseguire il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 op. 18 di Sergej Vasl'evic Rachmaninov. Le indagini vengono affidate al commissario Dionisio Di Bernardo, bonario e perspicace funzionario di polizia, che è stato anche protagonista e risolutore del primo romanzo di Natasha Korsakova L'ultima nota di violino, uscito due anni addietro e con il quale la valente e originale scrittrice ha vinto il Premio Speciale Edoardo Kihlgren Opera Prima. Le attente, serrate e diligenti ricerche condotte da Di Bernardo, coadiuvato da tutta la sua squadra e in particolare dal suo perennemente affamato e in cerca di cibo braccio destro ispettore Roberto Del Pino, riusciranno a gettare luce sull'avvincente trama di un'intricatissima vicenda, che non sveliamo certo per lasciare al lettore il gusto di assaporarla, nella quale affiorano rancori e risentimenti antichi e recenti che riescono a pacificarsi e trovare requie solo nella più cruenta, feroce e sanguinosa vendetta. Nel romanzo non mancano, per ritornare alla profonda citazione iniziale di Glauser, anche valide considerazioni antropologiche e psicologiche sulla natura umana e sull'agire degli esseri umani: “Studiando la storia, mi sono chiesto come funzionasse in passato con il populismo. Così ho cominciato a fare qualche ricerca. Non ci crederai! E' tutto uguale a oggi. Lo stesso meccanismo. S'incute terrore alla gente e poi si dà voce alla propria ideologia presentandola come l'unica salvezza… per dirla in parole povere.” Meccanismo che come spiegano gli avvenimenti degli ultimi anni in Italia è stato ben utilizzato e accortamente manipolato non solo dalle fazioni politiche, ma anche da interi gruppi di potere finanziario e perfino da alcuni governi che lo hanno usato per gestire e telecomandare non solo il consenso delle masse ma per provocare paure, incertezze, preoccupazioni, timori, insofferenze, repulsioni e perfino odio e rancore nei confronti di dissenzienti non proni a certi dettami liberticidi, insomma un po' come è avvenuto nel corso dei disgraziati eventi riguardanti la recente pandemia di Covid 19.

La vena di penetrante ed efficace critica sociale che si annida nel romanzo di Natasha Korsakova si manifesta appieno anche nella magistrale rappresentazione del questore Borghese, personaggio che viene tratteggiato come il classico esempio del funzionario-burocrate attento più agli aspetti convenzionali e formali di un'inchiesta che alla sua concreta, reale e verace risoluzione. Il questore infatti nel corso dell'indagine e della conclusione del caso raccomanderà più e più volte discrezione e tatto a Di Bernardo onde evitare proteste da parte di un'aristocratica e potente famiglia romana di cui un membro, che poi sarà anche la seconda vittima dell'efferato omicida, è invischiato nella fosca e tenebrosa vicenda. Non mancano neanche illuminanti esplorazioni sul carattere eminentemente autoreferenziale e narcisistico di alcune categorie professionali, in questo caso i musicisti (strumentisti, direttori d'orchestra, cantanti, compositori) riguardo cui l'autrice fa enunciare al suo personaggio una singolare e brillante valutazione: “I musicisti funzionavano in maniera ben strana. In testa avevano soltanto le loro melodie o il successo. Per buona parte del tempo sembravano assorti nel loro mondo, con la testa fra le note che…assomigliavano un po' a palline di caviale, o anche a cacchette di mosca, canticchiando a bocca chiusa o facendo strani esercizi con le dita. Quando però sentivano anche soltanto sussurrare il proprio nome, drizzavano immancabilmente le orecchie e si precipitavano sotto le luci della ribalta. Di Bernardo non sapeva cosa passasse loro per la mente, ma supponeva che la concentrazione continua su suoni reali o immaginari interagisse con il cervello e, per dirla con gentilezza, offuscasse la loro visone della realtà”. Anche in questa seconda avventura del commissario Di Bernardo lo stile letterario di Natasha Korsakova si conferma nitido, pulito, levigato, scorrevole, mai contorto o tortuoso. Tale linearità espressiva rende la trama sempre avvincente e stringente, al punto che il lettore non vede l'ora di raggiungere la fine dell'inchiesta per individuare il colpevole e sciogliere così il mistero. Inoltre la costruzione dei personaggi si rivela sempre molto essenziale e realistica evitando di scadere in banali e dolciastri sentimentalismi e sdolcinature tipiche di tanti gialli-feuilleton che affollano la letteratura europea contemporanea. Va infine evidenziata l'elegante veste tipografica con la quale è stato presentato il volume che si avvale altresì di caratteri grafici ampi e ariosi, atti a favorire una lettura che risulti sempre poco affaticante e stancante per la vista. La traduzione dal tedesco all'italiano di Maria Pia Smith-Jacob ci pare non solo conservi ma renda al meglio tutta la freschezza, la naturalezza e la spontaneità della lingua originale attraverso la quale si esprime la versatile narratrice di origine greco-russa.

Va infine ricordato che Natasha Korsakova è un'artista dalla vena tanto creativa quanto variegata e multiforme, infatti unisce all'attività di scrittrice di romanzi noir quella di violinista di fama internazionale, tant'è che si è esibita nei teatri di tutto il mondo e perfino in Vaticano alla presenza di Papa Benedetto XVI.

Giovanni Pasqualino

26/4/2023