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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Teatro dell'Opera di Roma

Assaggi wagneriani

Nell'universo del Ring wagneriano, Die Walküre vive sovente un'esistenza autonoma grazie alla sua intrinseca coerenza e alla capacità di inscenare conflitti puramente umani. Wagner stesso lo considerava il dramma più tragico che avesse concepito. La vicenda di Siegmund, scevro da colpe eppure perseguitato proprio in virtù della sua ribellione all'ordine costituito, esercita sull'ascoltatore un fascino immenso e sempre attuale. Forse per questo il primo atto della Walküre, nel quale il carattere erratico dell'eroe trova effimero conforto nell'amore di Sieglinde, si pone come microcosmo spesso estrapolato dal suo naturale contesto e dall'immensa architettura del Ring. La storia dei gemelli incestuosi, intrisa di erotismo decadente, appare compiuta sin dal suo apparire, da quel primo atto che il Teatro dell'Opera di Roma ha presentato in forma di concerto.

Occasione appetibile, per il debutto di Omer Meir Wellber sul podio del Costanzi, e per l'esordio nei panni di Siegmund del giovane tenore Stanislas de Barbeyrac, il quale presto sarà impegnato in un'esecuzione completa del capolavoro wagneriano. Tutti i cantanti, infine, sono saliti per la prima volta sul palcoscenico capitolino. Le aspettative in gioco, occorre dirlo, sono state pienamente soddisfatte. Wellber dirige con afflato romantico e sensibilità coloristica. La tempesta iniziale è forse meno tellurica del solito, ma certo perturbante nel suo aprire il sipario su vere e proprie tempeste emotive. De Barbeyrac, sulla carta poco incline alla tessitura centrale di Siegmund visti i ruoli più lirici finora affrontati, offre un'interpretazione maiuscola. Il timbro è avvolgente e caldo, la voce ampia e solida, capace di inflessioni intrise di lirismo, come quando l'eroe definisce la tetra ombra che oscura il suo carattere. Se i cimenti wagneriani non incrineranno un mezzo vocale che appare ragguardevole, possiamo attenderci nuove piacevoli sorprese da questo cantante. Contrariamente al suo collega, Allison Oakes è frequentatrice assidua del repertorio. La sua è una Sieglinde incisiva e tormentata, capace di slanci drammatici svettanti. Il veterano Brindley Sherratt, pur mostrando confidenza con il ruolo di Hunding, ha voce piuttosto indurita. L'usura del tempo, purtroppo, non tarda a manifestarsi, in particolare nell'ultima sfida profferta contro l'eroe.

Pubblico numeroso ed entusiasta, a sfatare il consueto luogo comune di un Wagner arduo per il pubblico capitolino. Il programma di sala ci ricorda che l'ultima esecuzione in forma scenica dell'intero Ring risale al 1961, mentre l'ultima rappresentazione in forma di concerto è del 1999/2000. Un teatro che aspiri a risonanza europea deve necessariamente confrontarsi con il cimento nibelungico. Molti teatri italiani lo hanno fatto. Ci auguriamo che anche il Teatro dell'Opera, pur considerando le difficoltà e lo sforzo produttivo, inizi a riflettere sull'opportunità di riproporre il Ring al Costanzi dopo tanti anni di colpevole assenza.

Riccardo Cenci

8/10/2023

La foto del servizio è di Fabrizio Sansoni/Teatro dell'Opera di Roma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

22/10/2022