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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Radames, discolpati!

L'Aida di Giuseppe Verdi al Teatro Antico di Taormina

È ormai tradizione che fra le opere più frequentemente rappresentate all'aperto (arene, teatri, anfiteatri e parchi) l'Aida di Giuseppe Verdi rimanga fra le più gettonate, al punto che in quest'estate ha goduto di un vero e proprio boom (si potrebbe defininre come l'opera en plein air per eccellenza). Infatti è stata messa in scena a Cuneo, Verona, Macerata e a Taormina, dove ha goduto addirittura di due diverse rappresentazioni: la prima realizzata all'interno del Taormina Opera Stars (19 e 21 agosto) e la seconda del Mythos Opera Festival del 31 agosto. Quest'ultima è stata l'edizione alla quale abbiamo assistito e che ha senza dubbio registrato un afflusso di pubblico davvero notevole, riuscendo a riempire quasi l'intera cavea dello splendido monumento che impreziosisce ancor oggi la perla dello Jonio.

La regia realizzata da Enrico Stinchelli si è avvalsa di una scena fissa alquanto essenziale ma sicuramente congruente ai dettami del libretto redatto da Antonio Ghislanzoni, anche se condensati in una scarna minimale semplicità. La sua staticità è stata indubbiamente concepita per valorizzare e facilitare i movimenti delle masse e aumentare le plastiche movenze dei cori, dei balletti e delle guarnigioni di guerrieri che in effetti riuscivano a creare una certa dinamica motoria nello spazio del palcoscenico. Le movenze invece dei cantanti protagonisti risultavano poco armoniosi, alquanto rigidi e troppo stentorei, specie nei momenti di dolce effusione lirica e tensione drammatica. Nel complesso una regia sicuramente funzionale allo spettacolo ma di routine, senza grandi slanci, senza grandi spettacolarità e senza alcuna originalità. I costumi di Lele Luzzati si sono rivelati molto suggestivi e dal taglio accurato ed elegante, in quanto riproducevano in modo fedele e congruente i modelli e i colori tipici dell'antico Egitto, almeno di quelli che possiamo ammirare in molte pitture murali.

Il soprano Sofia Mitropoulos ha affrontato con grinta il ruolo eponimo dell'opera riuscendo a calibrare bene la sua vocalità, eccellendo nei filati e nello slancio verso le zone acute. Non guasterebbe certo una maggiore rifinitura e un più accurato cesello nella zona medio grave. Il tenore Roberto Cresca (Radames) pur esibendo una bellissima prestanza scenica e capacità recitative ragguardevoli mostra vocalmente delle pecche di impostazione tecnica che gli impediscono di ascendere in modo piano e scorrevole verso la zona acuta, inoltre il suo fraseggio risulta sovente poco fluido e spesso impacciato e sconnesso. Giovanna Casolla (Amneris) che in una carriera più che quarantennale abbiamo avuto modo di apprezzare, ha cantato bene e con piglio sicuro e fermo, anche se la sua voce timbrata e salda nella zona acuta lo diventava meno, rivelando dei limiti, nella zona medio-bassa. Giuseppe Garra (Amonasro) a un marchio gradevole e a una voce salda e stentorea non riusciva ad associare un fraseggio adeguato, il che ha creato qualche falla nella sua esecuzione. Alessandro Avona (Ramfis) ha esibito una temprata voce di basso profondo anche se la sua dizione risultava spesso poco chiara e e talvolta incomprensibile. Abbastanza in ruolo Elia Todisco (il re), Debora Marguglio (sacerdotessa), Antonio Pannunzio (messaggero).

L'orchestra filarmonica della Calabria ha seguito con magnifica ed eccellente professionalità la lettura della partitura data dal maestro Filippo Arlia, il quale ha staccato tempi corretti e ha condotto l'intera compagine strumentale con alta precisone e con smalto elegante e raffinato, non sforzando mai le sonorità, neanche nelle parti molto energiche e vigorose, riuscendo a mantenere sempre nitore e limpidezza fonica.

Il Coro Lirico Siciliano diretto dal valente maestro Francesco Costa ha fornito un supporto validissimo all'intera rappresentazione, sia per quanto riguarda l'aspetto scenografico sia per l'aspetto eminentemente vocale, sempre puntuale e ben calibrato.

Giovanni Pasqualino

1/9/2017

Le foto del servizio sono a cura della Redazione.