RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Barcellona: ah, questa Vienna!

Arabella

Arabella è tornata al Liceu dopo ben venticinque anni… Un'operazione di riscatto riuscita, benchè non sempre ai massimi livelli. Per esempio, il titolo è al di sopra delle forze attuali dell'orchestra, ma Ralf Weikert otteneva un'esecuzione corretta e tecnicamente abastanza pulita, senza però arrivare al raffinamento e lirismo necessari: bastino come esempio l'introduzione all'atto terzo e il monologo dell'atto primo –‘Mein Elemer!' – della protagonista. Bene il coro istruito da Peter Burian, ma non doveva faticare troppo. Lo spettacolo, nato a Francoforte, ma secondo il regista Christof Loy ripreso e rielaborato qui, é il meno problematico dell'autore, che lavora molto bene sui personaggi, ma nella sua insistenza per mostrarci la ‘decadenza' e il ‘cinismo' (frutto maturo del Novecento) sbaglia di grosso nel secondo atto (una festa moraviana). Le scene sono minimaliste ma hanno il gran pregio di chiudere bene – e ridurre – lo spazio scenico, ma, pur se molto funzionali, non rimandano a niente. E la luce diretta, fortissima, di un bianco accecante, quasi da ospedale, praticamente costante, non è che risulti sempre un accorgimento bene azzeccato.

Anne Scwhanewilms è ottima cantante e attrice e il suo è un ritratto a tutto tondo della protagonista, anche se non dimostra di avere riserve inesauribili di fiato e più di una volta deve affidarsi alla sua ferrata tecnica. Magnifico su tutti gli aspetti il Mandryka di Michael Volle, superiore alla sua prestazione parigina, e in un repertorio che gli si addice molto meglio di altri che dovrebbe smettere di frequentare. Ofèlia Sala, al suo debutto nei panni di Zdenka, dà prova di padronanza vocale e scenica della parte. Will Hartmann lotta contro la tessitura di Matteo, che al terzo atto lo mette in ginocchio (due stecche così non le sentivo da tempo) ma anche la sua interpretazione non ha niente di particolare da rilevare. Fantastici i genitori di Arabella, ma Doris Soffel sfoggia uno stato vocale più rigoglioso di quello di Alfred Reiter. Molto apprezzabile la danese Susanne Elmark nelle indiavolate agilità della Fiakermilli, come così anche l'indovina del mezzosoprano Ursula Hesse von den Steinen (di cognome un po' lunghetto). Interessanti i mezzi del basso Torben Jürgens (Lamoral) e pure quelli del tenore Thomas Piffka (Elemer), che però presenta un'emissione dura e un fraseggio piuttosto rozzo. Il pubblico applaudiva convinto malgrado qualche nota di dissenso nei confronti dei responsabili della parte scenica.

Jorge Binaghi

19/11/2014

La foto del servizio è di Antonio Bofill.