Cadenze Sospese

E' stato pubblicato da qualche mese per i tipi dell'autorevole Casa Editrice Patron di Bologna il volume dal titolo Cadenze Sospese che raccoglie gli atti della giornata di studi avvenuta il 1° giugno 2024 presso l'Accademia Filarmonica di Bologna, e dedicata interamente a celebri composizioni musicali rimaste incompiute o per la sopravvenuta improvvisa morte dell'autore oppure per altre motivazioni quali impedimenti, ripensamenti, esitazioni, fatali ritardi. Il prezioso e intrigante volume si apre con uno studio di Matteo Messori dal titolo Die Kunst der Fuge e la sua “Fine” che ricostruisce in modo tanto accurato quanto puntuale il grande progetto pianificato da Johann Sebastian Bach, iniziato intorno al 1740 e considerato uno dei vertici supremi della musica contrappuntistica occidentale. La raccolta, rimasta incompleta per la sopravvenuta morte del suo autore, riunisce diciannove Fughe a 3 e 4 voci, quattro Canoni a 2 voci e un Corale a 4 voci.
Francesco Attardi con il suo Mozart: l'enigma di un Requiem ricostruisce l'episodio alquanto oscuro, ambiguo e per certi versi inquietante della commissione da parte del conte Walsegg, dell'affannosa composizione del Requiem in Re minore (K. 626), della sua interruzione dovuta all'improvvisa morte di Mozart e del suo completamento tentato prima da Joseph Eybler, che poco dopo mollò l'incarico non sentendosi di proseguire, incombenza che venne poi invece assunta e portata a termine da Franz Xaver Süssmayr. L'autore evidenzia anche con grande cura e meticolosità tutte le aggiunte e completamenti operati da quest'ultimo sul materiale lasciato dal grande salisburghese.
What if? Beethoven e la decima di Guido Giannuzzi cerca di gettare luce sulla sinfonia estrema del grande di Bonn, che ha lasciato di essa solo qualche schizzo come alcune battute scritte in forma di appunto per il Presto, per il Trio dello Scherzo, per il Finale, e per un Andante. La sinfonia era stata destinata, nell' intenzione del compositore, alla Royal Philarmonic Society di Londra ma, anche in questo caso, la morte ne ha impedito il completamento. L'autore del saggio passa anche in rassegna anche tutti i moderni tentativi fatti da alcuni musicologi per ricostruire la Decima.
Il saggio di Fabrizio Dorsi Nella bottega del direttore, interpretazioni dell'Incompiuta di Schubert sviluppa una vera e propria indagine puntuale e attenta sui grandi conduttori che si sono cimentati con la celebre e celebrata Unvollendete in Si minore n. 8 D 759. Così lo studioso cerca di analizzare le esegesi e attualizzazioni della partitura da parte di Hans Swarowsky, Wilhelm Furtwängler, Arturo Toscanini, Herbert von Karajan, Guido Cantelli, Sergiu Celibidache, Carlos Kleiber.
Buona parte del capitolo Il proibito Ernani tratto da Bellini secondo la storia di Francesco Pastura è stato trasfuso nel presente volume con il titolo Bellini, un Ernani en travesti nel quale il critico musicale catanese aveva ricostruito la vicenda della mancata realizzazione del dramma di Victor Hugo, dopo un iniziale entusiasmo, da parte di Vincenzo Bellini e del suo fidato librettista Felice Romani. Fra le motivazioni addotte spicca la testimonianza lasciateci in una lettera indirizzata dal compositore a Giovanni Battista Perucchini: “Sapete che non scrivo più l' Ernani poiché il soggetto doveva soffrire qualche modificazione per via della polizia, e quindi Romani per non compromettersi l'ha abbandonato, ed ora scrive La Sonnambula ossia I due fidanzati svizzeri ”.
Anche l'interessante saggio di Alexander Weatherson dal titolo Donizetti the hache sanglante of the duke of Alba era già stato pubblicato sulla Newsletter della Donizetti Society di Londra n. 102 dell'ottobre 2007. In esso il musicologo inglese analizza, anche se in modo alquanto sintetico, la partitura del Duc d'Albe , melodramma in stile grandoperistico iniziata dal compositore bergamasco nel 1839 e poi abbandonata. In seguito l'opera venne completata da Matteo Salvi e poi messa in scena al teatro Costanzi di Roma nel 1882.
Lo studio Jesus von Nazareth di Wagner, un progetto drammatico tra barricate e nibelunghi di Francesco Iuliano si sofferma sulla stesura di un abbozzo dell'opera in 5 atti Gesù di Nazareth da parte del musicista di Lipsia mai realizzata. In verità in una lettera a Theodor Uhlig del 9 agosto 1849 il frammento rimastoci viene definito dallo stesso autore come “soggetto d'opera”, dato che le disposizioni sceniche e molti elementi degli abbozzi non lasciano dubbi sulla progettata cooperazione fra musica e testo. In ogni caso Wagner agli inizi del 1850 aveva rinunciato definitivamente alla realizzazione di tale progetto, per le motivazioni che in seguito chiarì in un passo della Comunicazione ai miei amici.
Chovanšcina: la grande incompiuta è il saggio dedicato da Antonio Castronuovo all'omonima grandiosa composizione in cinque atti di Modest Petrovic Musorgskij. L'argomento, che si ispira alla rivolta di fine Seicento capitanata dai principi Ivan e Andrej Chovansij contro l'ascesa al trono di Pietro il Grande, venne suggerito al musicista da Vladimir Stasov. Il libretto venne redatto dallo stesso Musorgskij e fra gli altri personaggi porta sulla scena come principale protagonista il popolo russo. L'opera occupò circa dieci anni della vita del compositore e come sottolinea lo studioso: “…alla scomparsa dell'autore nel 1881, rimase in forma di incompiuto spartito per pianoforte e voci, con alcune parti sufficientemente definite e una distesa di residui frammenti”.
Emanuele D'Angelo con il suo lavoro Nerone. Arrigo Boito (quasi) illimitato ci offre uno spaccato significativo sull'opera mai completata, per continue incertezze, dubbi e ripensamenti dall'estroso poeta scapigliato. Quest'ultimo arrivò perfino, tramite Ricordi, ad offrire il libretto del suo Nerone allo stesso Giuseppe Verdi che però declinò l'offerta dato che evidentemente il soggetto non era nelle sue corde. In ogni caso alla morte di Boito la partitura non era stata ultimata e venne completata poco tempo dopo da Vincenzo Tommasini e Antonio Smareglia per incarico di Arturo Toscanini. La sua prima rappresentazione avvenne il 1° maggio 1924 al Teatro La Scala di Milano.
Due sono i saggi del volume dedicati all'incompiuta ultima sinfonia mahleriana: Gustav Mahler, decima sinfonia. Percorso biografico ed estetico di Adele Boghetich e La decima di Mahler: Existe-t-Eller? di Nicola Guerrini. Della Sinfonia in Fa diesis maggiore n. 10 il compositore austriaco, pur avendo steso il piano dell'opera in cinque movimenti, arrivò a terminare solo il primo tempo Adagio-Andante nell'estate del 1910 a Dobbiaco, proprio l'anno prima della morte avvenuta a Vienna il 18 maggio 1911. I due saggi tracciano un'analisi tecnica, armonica, strutturale ed estetica dell'unica sezione compiuta: il primo più storico ermeneutico, mentre il secondo si soffermerà per lo più sui vari tentativi di completamento e ricostruzione dell'intera sinfonia e in particolare su quella realizzata del musicologo Deryck Cooke, una performing Version che ebbe l'entusiastica approvazione della stessa vedova del compositore Alma.
La Turandot di Puccini e il quarto enigma di Gabriella Biagi Ravenni si occupa dell'ultimo melodramma del musicista lucchese mettendo in rilievo il fatto che la mancata ultimazione dell'opera non fu dovuta solo alla morte del compositore ma anche al fatto che l'ultima parte del libretto (cioè dopo la morte di Liù) risultasse probabilmente inadeguata al temperamento emotivo del musicista e pertanto il completamento del finale venisse rallentato e rinviato di alcuni mesi, quelli di fatto che precedettero la morte, lasciando aperto il rebus che affligge da allora la musicologia: se Puccini non fosse stato stroncato dalla malattia e fosse invece vissuto avrebbe fatto rielaborare il finale al suo librettista? Avrebbe rivisto testo e resa drammaturgica di Turandot? E' evidente che la risposta non l'avremo mai!
Alla ricerca della parola perduta. Il Doktor Faust di Busoni è il saggio che Marco Vincenzi dedica all'opera incompiuta di Ferruccio Busoni su libretto proprio, che utilizza come fonti le antiche leggende popolari sul mito di Faust e The tragical hostory of doctor Faustus di Marlowe. Dopo la morte dell'autore la partitura venne completata da Philipp Jarnach e rappresentata per la prima volta allo Staatsoper di Dresda il 21 maggio 1925 sotto la direzione di Fritz Busch. In tempi moderni Antony Beaumont scriverà un nuovo finale negli anni settanta ricostruito su materiale residuo busoniano riveduto e accuratamente selezionato.
Anna Galiano si inserisce nel florilegio saggistico con uno scritto su Moses and Aron di Arnold Schönberg: L'opera concepita inizialmente come una Cantata diventò alla fine un Oratorio in tre atti. La partitura dei primi due atti venne scritta e ultimata dall'autore fra il 1930 e il 1932 mentre il terzo ed ultimo atto non venne mai musicato. In ogni caso lo stesso Schönberg considerò l'eventualità di rappresentare l'opera mettendo in scena i primi due atti e riproducendo il terzo atto o in forma recitata oppure limitandola alla rappresentazione della “Danza intorno al vitello d'oro” facente parte della terza scena dell'atto secondo. Il brano venne basato su una sola serie dodecafonica, utilizzando un'orchestra sinfonica, un folto coro, un gruppo di sei solisti in orchestra e accanto al cantato anche un ampio impiego dello Sprechshgesang.
Penultimo studio è Lulu, l'angelo erotico di Berg. Un enigma da svelare di Daniela Lotti nel quale l'autrice prende le mosse proprio dal libretto che Berg realizzò accorpando due drammi di Franz Wedeking, Erdgeist (Lo spirito della terra) del 1896 e Die Büchse der Pandora (Il vaso di Pandora) del 1904. Anche in questo caso il terzo atto non venne mai completato dall'autore. Il materiale relativo al terzo atto fu tenuto secretato dalla moglie del compositore e reso pubblico solo dopo la morte di quest'ultima avvenuta nel 1976. Sarà poi Friedrich Cerha a completare l'ultimo atto e farlo rappresentare a Parigi nella versione integrale nel 1979 con la direzione di Pierre Boulez e la regia di Patrice Chéreau.
Last but not least è il saggio di Silvia Del Zoppo dedicato al melologo di Viktor Ullmann Die Weise von Liebe and Todd es Cornets Christoph Rilke (Il canto dell'amore e della morte del cornetto Christoph Rilke) tratto dall'omonimo ciclo in prosa di Reiner Maria Rilke. All'epoca della composizione il musicista era già stato internato nel ghetto di Terezin l'8 settembre 1942 venendo poi deportato ad Auschwitz dove troverà la morte il 16 ottobre 1944. Della composizione organizzata in due sezioni la prima di cinque e la seconda di sette scene è rimasta completa solo la versione per canto e pianoforte mentre la versione orchestrale è rimasta incompleta (solo una scena è stata interamente strumentata). Molte opere di Ullmann vennero create nei suoi due anni di prigionia e scamparono alla distruzione solo perché affidate dall'autore al professor Emil Utitz che le salvò e divulgò ampiamente in tutto il mondo dopo la liberazione dall'oppressione nazista.
La presentazione al volume è stata redatta da Loris Azzaroni Presidente dell'Accademia Filarmonica di Bologna mentre la premessa è stata compilata dall'encomiabile e dinamico Piero Mioli che è stato anche l'organizzatore del Convegno prima e poi della cura dell'originale volume.
Giovanni Pasqualino
17/12/2025