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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Il Signor Bruschino

alle Settimane Musicali del Teatro Olimpico di Vicenza

Per la prima volta, salvo errore di chi scrive, alle Settimane Musicali del Teatro Olimpico sono state presentate due opere. Dopo il Don Giovanni mozartiano, è la volta della farsa di Gioachino Rossini Il Signor Bruschino.

Rossini ebbe con la città di Venezia un rapporto particolare, considerato che i primi grandi trionfi, sia comici sia drammatici, furono ospitati al Teatro La Fenice , entrambi nel 1813: Tancredi e L'Italiana in Algeri. Tuttavia nello stesso periodo il pesarese compose cinque opere brevi che furono allestite al Teatro di San Moisè ma presto dimenticate, tra queste figura appunto Il Signor Bruschino, ossia il figlio per azzardo su libretto di Giuseppe Maria Foppa, il quale aveva scritto anche il libretto de La cambiale di matrimonio e L'occasione fa il ladro. Il soggetto è tratto dalla commedia Le fils par hasard, ou Ruse et folie di Alissand de Chazet e Maurice Ourry (1809). L'opera, che andò in scena il 27 gennaio 1813, fu fiasco clamoroso, e lo spartito fu sostituito subito con un altro di Stefano Pavesi. Tolte un paio di riprese a Milano e una a Parigi, ove ebbe l'onore della direzione di Jacques Offenbach, il Bruschino fu confinato nel dimenticatoio. Alcune riprese nella seconda metà del XX secolo e soprattutto le ripetute riproposte al ROF ne hanno riscattato il valore e il piacere dell'ascolto, assieme alle altre quattro “sorelle”. Bruschino è la classica opera comica di stampo settecentesco con piccolo organico strumentale, assenza di coro e un gruppo ristretto di cantanti che sviluppano la vicenda su uno scambio di persona. Trama tra le più classiche, oltre alla peculiarità che nell'esecuzione della Sinfonia è richiesto ai violini di battere ritmicamente con l'archetto sul leggio.

La produzione vista a Vicenza è una collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice ove è stata proposta nell'attuale stagione al Teatro Malibran. Artefice del progetto è il regista Bepi Morassi, che firma una spassosa e geniale rappresentazione, giocando soprattutto sulle qualità attoriali degli interpreti e senza rifugiarsi in astruse concezioni. Tutto è perfettamente lineare e divertente, giacché è posto in scena un modellino del teatro con i personaggi in cartoncino spostati secondo l'azione da uno stralunato servitore. Al teatro Olimpico la soluzione registica è stata riadattata agli spazi e alle ristrettezze dello stabile, ma non è mancata per questo l'intuizione frizzante e divertente. Erika Muraro, scenografa, e Nathan Marin, costumista, partecipano con grande professionalità, la prima con pochi elementi ma mirati, il secondo con bellissimi costumi che illuminano la scena. Ecco un modo semplice e molto teatrale per realizzare un piccolo gioiello musicale.

Ancora una volta l'Orchestra di Padova e del Veneto è impegnata in maniera eccelsa alla realizzazione della farsa, sotto la brillante bacchetta di Giovanni Battista Rigon, che non sappiamo se apprezzare più quale concertatore rossiniano o mozartiano, tanto le forme musicali sono pienamente realizzate nei timbri, nei colori e soprattutto nel ritmo.

Ho assistito a due recite di Bruschino, nelle quali cambiavano solo i ruoli di Sofia e Florville. Paolo Ingrasciotta è un Gaudenzio sornione, ben stilizzato con voce piena e pastosa, precisissimo nel fraseggio, e rende al personaggio una vis comica di assoluta simpatia. Giulia Bolcato è una brava Sofia, sfavillante nel settore acuto, vezzosa e maliziosa nell'interpretazione, come altrettanta positiva è la prova di Medea De Anna, l'altra Sofia, cantante di ottima fattura e spigliata vocalità. Bruschino padre era un Francesco Toso con istrionico travestimento, senza eccessi ma di bella comicità abbinata ad una diligente prova musicale. Francisco Brito, Florville, per eleganza d'emissione, stile e ottimo registro acuto, sorpassa di gran lunga l'altro tenore, Elvis Fanton, ancora troppo acerbo. Bravi gli altri interpreti di fianco a cominciare dalla spassosa Ana Vicotria Pitts, Marianna, e Rui Ma, un Filiberto molto teatrale. Diego Rossetto, impegnato nel doppio ruolo di Bruschino figlio e Commissario, era un preciso cantante e un bravissimo attore.

Teatro non pienissimo, forse dovuto alle calde temperature e alle recite fissate nel fine settimana, ma prodigo di applausi al termine, meritatissimi!

Lukas Franceschini

17/6/2015

Le foto del servizio sono di Luigi De Frenza.