RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Il dittico raveliano alla Scala di Milano

Alla Scala in una sola serata l'integrale della produzione operistica di Maurice Ravel, le due opere brevi L'heure espagnole e L'enfant et les sortilèges, con la direzione di Marc Minkowski e la regia di Laurent Pelly ideata per il Festival di Glyndebourne nel 2012.

L'Heure espagnole è un'opera in unatto, su libretto di Franc Nohain, e fu composta tra l'aprile e l'ottobre del 1907, la prima esecuzione ebbe luogo al Théâtre National de l'Opéra-Comique di Parigi il 19 maggio 1911. Insieme con altre composizioni, quali Alborada del Gracioso, l'opera rappresenta il versante iberico della personalità di Ravel, evocando temi e sonorità propri delle sue origini basche. È possibile definirla una 'farsa amorosa' con intenti moralistici e satirici . Infatti, l'intreccio umoristico, tratto dalla commedia musicale omonima di Fran-Nohain, è una pièce boccaccesca ambientata nella bottega di un orologiaio e focalizzata sulle intriganti avventure di Conception che in assenza del marito riceve i suoi spasimanti. L'accoglienza non fu esaltante, furono peraltro criticate la tessitura vocale dei personaggi e in particolar modo l'effimera melodia delle parti. L'Heure non segue l'alternanza arie e recitativo, benché trattasi di commedia musicale ma articolata nello stile dell'opera di conversazione non rilevando però realismo psicologico dei personaggi, i quali sono goffi e ispirati a un automatismo a orologeria, marionettistico, che diventa parodia. Quello che invece differenzia la partitura è un'orchestra di grandi dimensioni che sostiene la commedia, in tale peculiarità Ravel fornisce una prova di elegante sensibilità compositiva inserita nel gioco di sonorità molto efficace. Ispirandosi alle classiche composizioni dell'opera buffa italiana, il finale è un quintetto (su un ritmo di habanera) nel quale tutti assieme i protagonisti si congedano dal pubblico.

Spettacolo atemporale ma divertentissimo dove il regista e costumista Pelly ci trasporta in una Toledo quasi almodovariana, una stanza zeppa di orologi, magnifica la scena di Caroline Ginet e Florence Evrard, e i tempi ritmici della narrazione sono veloci e incastrati alla perfezione nel divertente racconto, che coinvolge, diverte, e al termine dei sessanta minuti dispiace sia già finita. Brillante e raffinata la regia cui si aggiunge una più che ottima parte canora capeggiata dalla Conception di Stéphanie D'Oustrac, assieme al bravissimo Ramiro di Jean-Luc Ballestra, al Gonzalve di Yann Beuron, al Don Inigo di Vincent Le Texier e non pe ultimo lo spassosissimo Torquemada di Jena-Paul Fouchécourt.

Grande sorpresa la bacchetta precisa, armoniosa e graffiante di Marc Minkowski, concertatore molto più famoso in altri repertori, che con la musica “contemporanea” di Ravel trova un connubio di altissimo valore.

Le enfant et les sortilèges è un opera composta fra il 1919 ed il 1925, in collaborazione con Colette che scrisse il libretto intitolato inizialmente Divertissement pour ma fille. Si tratta della seconda ed ultima opera lirica di Ravel. Capolavoro di orchestrazione, L'enfant è spesso eseguita in forma di concerto a causa dei continui cambi di scena previsti dalla storia. L'opera è costituita da una successione di quadri indipendenti nei quali è facile riconoscere la moltitudine di generi musicali : jazz, foxtrot, ragtime, polke e valzer. Con quest'opera Ravel ebbe modo di mettere in luce le sue capacità di compositore e di orchestrazione, riuscendo alla perfezione nella realizzazione di sonorità che evidenziano il particolare libretto di Colette, anche con l'utilizzo di strumenti-oggetti inconsueti: raganella, frusta, grattugia, ecc. L'enfant è più affine alla commedia musicale che all'opera e potremmo definirla una composizione fine a se stessa nel catalogo raveliano, nella quale sono espresse pagine d'incantesimo e raffinata sensibilità espressiva musicale, nonché umoristica. La prima assoluta fu al Teatro de l'Opéra di Montecarlo il 21 marzo 1952 (direttore Victor De Sabata), e come spesso accade per i lavori originali e innovatori, non ebbe accoglienze lusinghiere. In seguito, tuttavia, l'opera ha conseguito un notevole successo, soprattutto sul pubblico dei bambini.

L'enfant et les sortileges, fantasia lirica in singolare racconto coreografico, mette in particolare evidenza l'elemento onirico a discapito di quello realistico. Anche in questo caso la felice bacchetta di Minkowski trova un terreno fertile ed edificante per esprimere con grande maestria tutti gli stili orchestrali di Ravel, in una sequenza di esilarante modernità e precisissima orchestrazione. L'orchestra del Teatro alla Scala, in forma splendida, segue il direttore in un passo musicale di livello forse raramente raggiungibile.

Laurent Pelly, che in questo caso è coadiuvato dalla fantasiosa scenografa Barbara De Limburg, trova spazio per manifestare invenzione e grande senso teatrale di narrazione fiabesca. Una parete mobile per gli interni della casa dell'enfant, mobili grandi da dove escono i sortilegi, per poi aprirsi in un fantastico giardino notturno dove tutto è anima e poesia commuovente, con alberi e animali parlanti, in un gioco divertente di eccelso valore teatrale. Il cast anche nel secondo tempo della serata era di altissimo livello, nel quale Marianne Crebassa, la protagonista, tracciava prima un enfant-terrible poi un impaurito ma delizioso fanciullo vocalmente ineccepibile. Una menzione speciale per il Coro di voci bianche del Teatro alla Scala per la valida professionalità dimostrata. In locandina figuravano i validissimi: Delphine Haida (Maman/tazza cinese/libellula), Anna Devin (Bergère/pipistrello), Jean-Luc Ballestra (orologio/gatto), Stéphanie D'Oustrac (gatta/scoiattolo), Armelle Khourdoian (fuco/principessa/usignolo), Jerome Varnier (divanetto/albero), Jean-Paul Fouchécourt (teiera/vecchietto/raganella), Fatma Said (pastorella), Chiara Tirotta (pastore) ed Elissa Huber (gufo).

Uno spettacolo assolutamente da non perdere che ha registrato un convinto e meritato applauso al termine delle due ore di esecuzione.

Lukas Franceschini

28/5/2016

La foto del servizio è di Brescia e Amisano-Teatro alla Scala.