RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


 

La pietà verdiana

 

Pochi titoli così evidente della passione e della parabola verdiana come quel Simone Boccanegra che l'autore amava tanto e che gli è servito anche per provare Boito facendogli scrivere la grande scena del Consiglio. Per fortuna, e soprattutto ma non solo grazie alla versione di Abbado e Strehler negli anni settanta del secolo scorso, quest'opera meravigliosa ha finalmente il posto che le spetta nel repertorio di ogni teatro, ma sentirla (in forma di concerto) durante il Festival Verdi di Parma è stato un raro momento di emozione e anche di bellezza. E poi non sarà un caso se dopo le per me fondamentali audizioni dal vivo dirette da Claudio Abbado (anche con dei cast modesti) mi ha profundamente colpito l'interpretazione e concertazione di Michele Mariotti arrivato a una splendida giovane maturità. Dalle penombre del prologo, tutto cospirazione, lamento e bisticci che esplode solo con il coro che chiude il pezzo alla grande scena finale di riconciliazione pasando per il grande duetto tra Maria/Amelia ed il doge e la sempre allucinante scena del Consiglio è stato una continua fonte non direi di piacere, perchè qui è parola sbagliata, ma un susseguirsi di sensazioni ed emozioni fortissime che si risolvono nel duetto finale tra Simone e Fiesco. A Roma saranno molto fortunati di avere questo maestro con la M maiuscola.

L'orchestra e coro del Comunale di Bologna non saranno altrettanto eccezionali ma sono bravi quanto basta e con una bacchetta che conoscono e rispettano fanno dei prodigi (direi solo che alcuni momenti della sezione femminile del coro potevano essere migliori, ma non lo credo responsabilità di Gea Garatti Ansini).

Nella compagnia di canto spiccavano il Fiesco di Michele Pertusi, il solito grande artista ma per mia sorpresa con più volume, e il protagonista di Igor Golovatenko. Ruolo dei ruoli per un barítono verdiano, il ruso non avrà dalla sua un timbro eccezionale nè un grave ricco ma la voce è sana, sa cantare eccome, la dizione è ottima, il fraseggio eccellente.

Angela Meade non sembrava nella forma migliore e cominciava con un vibrato poco controllato anche se si riprendeva e già dalla scena del Consiglio e in particolare nell'atto secondo offriva una voce più stabile e i suoi bellissimi suoni filati.

Il giovanissimo Riccardo Della Sciucca ha dimostrato di avere delle belle qualità ma per il momento Gabriele Adorno è un po' troppo per lui, e la sua preoccupazione per l'acuto lo faceva spingere senza necessità. Il Paolo di Sergio Vitale era molto corretto con una voce parecchio paco, e interessanti il Pietro del giovane Andrea Pellegrini e il capitano di Federico Veltri. La sola frase dell'ancella toccava ad Alessia Panza, troppo poco per fare un giudizio.

Se la sala non era strapiena gli applausi (diventati vere e proprie ovazioni a fine spettacolo) facevano pensare il contrario.

Jorge Binaghi

28/10/2021

La foto del servizio è di Roberto Ricci.