RECENSIONI
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Domingo canta Verdi all'Arena di Verona

Placido Domingo ritorna puntualmente all'Arena di Verona per una serata di Gala Verdiana, e puntualmente arriva la pioggia. Sembra paradossale ma il binomio Domingo-Pioggia a Verona è abbastanza usuale, basti ricordare un recital mai iniziato negli anni '90. Quest'anno ha potuto esibirsi solamente nella prima parte del concerto che prevedeva arie, duetti, terzetti e scene da La Traviata e Un ballo in maschera, nella seconda non eseguita una lunga selezione da I Due Foscari.

Prima di iniziare una recensione dello spettacolo è doveroso un preambolo. Placido Domingo è vocalmente un tenore. Oggi se si spaccia per baritono è pura velleità personale, anche se sempre applaudita dal pubblico (pure in quest'occasione l'anfiteatro era sold-out). Inoltre l'età anagrafica non gioca a suo favore, come per altri ovviamente, ufficialmente a settantaquattro anni non si può per cause naturali essere in possesso della pienezza dei propri mezzi. Nessun cantante, contrariamente a quanto molti affermano, si è ritirato in tempo, ed è comprensibile, ma la lunghissima carriera di Domingo a questo punto meriterebbe una riflessione. La voce è più scura tanto per imitare l'accento baritonale, il fiato è cortissimo, l'affaticamento evidente, l'accento manierato, le sfasature troppo rimarchevoli. E allora perché?... per denaro? Non credo! Per incapacità di lasciare il palcoscenico? Più probabile! Anche questo eventuale passo era, è o sarà inevitabile. Resta la perplessità di un continuo cammino artistico insignificante che porta solo disonore al cantante che fu. Tuttavia, non si possono addossare al cantante tutte le ammende, forse andrebbero allargate anche a chi lo scrittura e ad una parte del pubblico che non ha più il senso dell'ascolto e si basa solo sulla celebrità.

Delle peculiarità di Domingo ho già detto in parte, nei brani cantati ha avuto più difficoltà nel Ballo in maschera, strozzato e vociante, rispetto a Traviata, dove soprattutto nel duetto ha saputo interpretare anche con gusto. Molto meno incisiva l'aria di Germont.

Esemplare Francesco Meli nell'aria di Alfredo, voce fresca, accenti vibranti, spontaneità e limpidezza molto ragguardevoli. Virginia Tola, che cantava Violetta, ha voce importante e cerca un colore ed un'espressività di rilievo, peccato che il settore acuto è stridulo e sfuocato e la zona di passaggio non del tutto risolta. Bravissima Serena Gamberoni nel breve intervento de Il ballo in maschera, svettante e brioso Oscar. Di ruotine professionale i due bassi Seung Pil Choi e Deyan Vatchkov. Daniel Oren dirigeva con la solita enfasi gestuale, con provata esperienza ma senza particolari colori.

Pubblico festante con applausi infiniti per Domingo, ma deluso durante l'intervallo per la sospensione dello spettacolo.

Lukas Franceschini

19/8/2014

La foto del servizio è di Ennevi.