RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Milano

Nozze troppo bacchettate

La Scala, dopo alcuni concerti polemici (grazie agli atteggiamenti di Riccardo Muti), riapriva con un concerto molto atteso di Maurizio Pollini e, per l'opera, riproponeva, un po' a sorpresa, una ripresa de Le nozze di Figaro nell'ormai storico allestimento di Giorgio Strehler (vicino ai 50 anni: io lo vidi per la prima e seconda volta al Palais Garnier parigino alla fine degli anni 70 e nei primi 80 del secolo scorso ).

Perfino questa decisione non è stata ricevuta con unanimità di opinione dalla critica (la ripresa di Marina Bianchi era molto fedele), perchè alcuni hanno trovato lo spettacolo noioso e datato. Peggio ancora per la parte musicale, che quasi unanimamente è stata tacciata della meno felice in molto tempo (la gente tende a dimenticare che cinque anni fa si era molte volte sotto i livelli di guardia, soprattutto appunto per la direzione di scena e quella musicale) .

C'è chi sembra quasi godere se può demolire figure importanti giudicate ormai passate (forse per paura della vecchiaia personale?) mentre non si mostrano così diligenti e premurosi con altre che non sono state mai a quel livello neanche nei giorni migliori (esempi del passato e del presente, quanti ne volete).

Per quanto mi riguarda lo spettacolo è sempre un modello di spirito mozartiano e solo il quarto atto mostra un po' le rughe, ma è difficile che un a cosa simile non succeda se non si tagliano le arie di Marcellina e Basilio (e io chiaramente preferisco sentirle). I personaggi hanno tutti il loro tocco personale di originalità non forzata a tutti i costi (‘Modernizzare' la trilogia di Da Ponte è tra le cose più inutili che si possano dare).

La direzione di Daniel Harding aveva certo momenti con dei tempi strani, ma non è stata per niente noiosa o priva di forza: già nella celebre sinfonia si ascoltavano dettagli notevoli. Simon Keenlyside, che qui aveva cantato il suo primo Conte una trentina di anni fa e lo ripeteva in modo straordinario nel 2016, continua ad essere un artista di riferimento; può darsi che la voce abbia un po'meno di volume e sicuramente suonava più opaca, ma si tratta appunto del tipo di artista cui non si perdona proprio niente, chissà perchè, atteggiamento che non condivido per nulla. Rosa Feola non avrà una voce bella ma canta molto bene e se un paio di gravi non ce li ha fa benissimo a non forzare la voce e a non sfigurare la linea di canto; in più la sua Susanna è graziosa. Luca Micheletti, l'unico considerato unanimemente un bravo Figaro, lo è: ha bella voce (forse un po' meno in un grave che non è rotondo) e visto che prima era attore e regista teatrale si muove fantasticamente. Julia Kleiter non è passata con identica fortuna della prima parte della sua carriera di soprano liricoleggero a questa di soprano lirico, ma è stata una Contessa molto corretta. Svetlina Stoyanova, con un fisico ideale per il paggio, non è, a mio parere, un mezzosoprano, ma quanto si vede e ascolta è buono anche se non desta particolare entusiasmo. Andrea Concetti ha perduto i gravi che ancora aveva il suo Bartolo di cinque anni fa, ma risulta ancora accettabile e ascoltabile, anche se la sua aria adesso non lo trovi nella forma migliore. Molto brava la Marcellina di Anna Doris-Capitelli, così come la Barbarina di Caterina Sala ed apprezzabile il Basilio di Matteo Falcier (un tenore che mi sembra non caratterista come di solito). Discreti gli altri, fra i quali spiccava un buon Antonio di Carlo Cigni. L'orchestra si mostrava in stato di grazia e il breve intervento del coro negli atti dispari era l'ultimo atto di servizio del suo magistrale maestro, Bruno Casoni.

Jorge Binaghi

8/7/2021

La foto del servizio è di Brescia e Amisano.