RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Tosca

al Teatro Antico di Taormina

Seconda rappresentazione in programma, dopo Cavalleria Rusticana andata in scena assieme al balletto Urlo Mediterraneo, della rassegna organizzata dal Taormina Opera Stars diretta dal maestro Daniele Dellisanti e presieduta dal maestro Maurizio Gullotta, l'opera Tosca di Giacomo Puccini andata in scena il 2 agosto (replica il 22) ha riscosso un meritato successo e vastissimi consensi dal folto pubblico intervenuto da ogni parte della Sicilia. Alla riuscita della performance ha contribuito sicuramente l'ottima regia di Alfredo Corno, realizzata nel pieno rispetto delle prescrizioni del libretto e della partitura degli autori ma con un estro, un'originalità ed una fantasia certo non comuni. Il primo atto, avente come scenario l'interno della Chiesa di Sant'Andrea della Valle a Roma, offriva la suggestiva visione di un altare maggiore la cui prospettiva veniva accentuata e potenziata da una serie di gradini che ne aumentavano la profondità. Nel secondo atto, sottraendo l'altare e le colonne laterali, il quadro iniziale veniva congruentemente mutato nello studio di Scarpia ove al posto dell'altare veniva adattato un camino con un parafiamme, mentre ai piedi delle scale veniva posta un'agrippina rossa e sull'estrema sinistra un tavolo con delle sedie. Nel terzo ed ultimo atto lo studio veniva ulteriormente tramutato in piattaforma di Castel Sant'Angelo, con una grande figura dell'Arcangelo Gabriele sullo sfondo che campeggiava su tutto. Le splendide scene ideate da Alfredo Troisi e realizzate da La Bottega Fantastica di Daniele Barbera hanno supportato validamente tali soluzioni registiche che hanno determinato altresì una puntuale coordinazione in uno con le movenze e le gestualità sceniche dei cantanti-attori. Anche i costumi della Casa D'arte di Francesca Pipi riuscivano ad essere oltre che storicamente attendibili anche molto suggestivi ed accattivanti per fogge, forme e colori.

L'orchestra del Taormina Opera Festival ha svolto con correttezza e diligenza il suo compito, coinvolta e guidata con mano ferma e nel contempo equilibrata dal maestro Alessandro Cedrone, che ha saputo dare della struggente partitura pucciniana una lettura rifinita e curata. Esatto il suo stacco dei tempi, determinato il suo gesto, contenute le sonorità mai sovrastanti o preponderanti le parti vocali, rimaste quasi sempre in buon rilievo ed evidenza. Abbiamo percepito solo qualche piccola imprecisione qua e là, in particolare nel passaggio della partitura che impegna le campane tubolari.

Il Coro Lirico Siciliano, preparato e diretto come sempre con estrema cura e professionalità dal maestro Francesco Costa, ha fornito un'ulteriore prova della sua costante crescita artistica, manifestando compattezza e coordinazione unite a morbidezza e leggerezza esecutiva, oltre che precisone negli attacchi e nei suoi vari interventi. Efficace anche la prestazione del coro di voci bianche I piccoli cantori predisposto da Salvina Miano.

Rosanna Cardia, nel ruolo eponimo dell'opera, riusciva a rendere incisivo il suo personaggio sia vocalmente che scenicamente, buona la sua tecnica vocale, gradevoli i suoi filati, ottima la dizione anche se una maggiore accuratezza nel cesello e nella tornitura delle frasi musicali non avrebbe certo guastato. Domenico Menini ha saputo scandagliare la personalità di Cavaradossi mettendo in campo un'alta sensibilità musicale unita ad una efficiente e vibrante vocalità. Una più meticolosa attenzione alla copertura delle note estreme acute tipiche del ruolo non avrebbe tuttavia guastato alla sua resa fonica. Andrea Carnevale nella parte di Scarpia si è espresso in modo senza dubbio convincente sia per quanto riguarda l'esibizione attoriale e gestuale sia per quanto riguarda quella canora; egli ha esibito una penetrante e morbida vocalità specie nella zona medio-alta della tessitura, tuttavia se accentuasse brunitura e vigoria otterrebbe certamente risultati migliori. Molto bene Dante Muro nella parte del Sagrestano, la sua voce si rivelava piena e calda. Munkyu Park è stato un Angelotti convincente dalla voce salda e ben strutturata. Bene anche Gianni Locorotondo (Spoletta) e Carmen Maggiore (Pastorello).

Giovanni Pasqualino

6/8/2016

Le foto del servizio sono di Debora Intilisano.